«Avevano imposto una signoria criminale sul territorio. Dopo una lunga serie di attentati, chiunque potesse provare a collaborare con le forze dell’ordine veniva subito preso di mira e fatto oggetto di propositi omicidiari». Erano pronti a uccidere gli affiliati del gruppo neofascista attivo in Baronia, smantellato questa mattina da un’operazione dei carabinieri del Ros, coordinati dalla procura di Cagliari (qui la notizia).

A rivelare inquietanti retroscena dell’inchiesta “Elezione”, questa mattina in conferenza stampa a Cagliari, è stato  Giorgio Mazzoli, comandante  regionale del reparto operativo speciale dell’Arma. 

A capo del gruppo terroristico, che con lo scopo di ricostituire il partito fascista agiva sotto l’etichetta del Fronte legionario sardo, c’era Ananio Manca, di Torpè, con una lunga carriera criminale alle spalle. 

«Si è radicalizzato durante una detenzione», ha spiegato Rosi, «dopo che è stato rilasciato si è impegnato per organizzare un modello rigidamente fascista. C’è stato anche l’avvicinamento a movimenti neofascisti già attivi, «ma è stato allontanato perché considerato troppo estremista». 

(Unioneonline/E.Fr.)

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