Delitto di Orune, Luigi Contena e l’amore per il padre: «Sei un esempio»
Gli investigatori seguono la pista del regolamento di conti. Una lunga scia di sangue: Pietro Contena, arrestato a maggio per l’omicidio di Luca Goddi, era scampato a due agguati nel 2012 e nel 2014Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Luigi era per Pietro il dono più prezioso: gliel’hanno portato via». Orune mormora. Il dolore pervade ogni angolo del paese dopo il delitto di venerdì scorso.
Quello tra Pietro Contena e il suo Luigi non era un semplice rapporto tra padre e figlio. Era pura simbiosi, stima sconfinata, come raccontano quelle righe in limba che l’allora 24enne nel 2017 aveva voluto imprimere sulla tastiera, corredate da un cuore, in modo da renderle visibili a tutti nella sua pagina social. «Como supra sa forte testa tua, Chi dolorosas penas at frittídu, De s' edade cumparit cuddu nie, Passen sos annos, passen sempre a fua, Ma a mie restat s'esempiu candídu, D' unu nobile babbu che a tie». Concetti chiari. Frasi ponderate, efficaci. «Passano gli anni, passano velocemente, ma a me resta il candido esempio di un nobile padre come te».
Le indagini
In attesa dell’autopsia sul corpo dell’allevatore 32enne ammazzato con almeno due fucilate la mattina del 4 luglio, le indagini vanno avanti a ritmo serrato. Il passato di Pietro Contena, 54enne padre di Luigi, riaffiora di continuo e fa comprendere come la pista del regolamento di conti sia quella privilegiata dagli investigatori. Il “capofamiglia”, infatti, si trova in carcere dal 20 maggio scorso, con l’accusa di aver ucciso a colpi di pistola il compaesano Luca Goddi il 5 agosto del 2023. Pietro Contena, però, era finito al centro pure di altri due inquietanti episodi nel 2012 e nel 2014. Era scampato a due agguati, a poco più di due anni di distanza. Insomma, Orune ripiomba nel baratro, a suon di fucilate e avvertimenti che diffondono morte e disperazione.
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