Ha maneggiato l'arma del delitto (quello di Cisco Chessa, commesso a Orune), l'ha usata - sua stessa ammissione - per compiere un attentato a Sorgono.

Ma Sergio Taioli ha ripetuto ai giudici della Corte d'assise di Nuoro la sua verità.

«Non sapevo che quel fucile fosse stato usato per un omicidio», ha detto ieri in aula.

Ha sostenuto di averlo ricevuto da un amico ma non ne ha rivelato il nome perché teme ritorsioni nei confronti dei suoi familiari. Taioli, originariamente sotto accusa come autore materiale del delitto, ora resta imputato di concorso morale in omicidio volontario. Il pm resta convinto che lui sapesse della provenienza del fucile, anzi che fosse consapevole del fatto che l'arma sarebbe stata usata per uccidere.

Lui sostiene che del delitto Chessa nulla sapeva.

Il processo continua.
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