«Carissimo dottor Paolo Cannas, non cerchiamo colpevoli e carnefici. Ci siamo esposti per il bene di tutti». Appena saputo della denuncia presentata dai vertici dell’Asl di Nuoro per danno di immagine e procurato allarme, Lina Cadau, moglie del paziente oncologico di Fonni invitato a curarsi fuori regione ribatte ai vertici sanitari con un lungo post sul proprio profilo Facebook personale.

Post che la stessa donna ha condiviso sia su quello dell’Asl 3 Nuoro e su quello del direttore generale dell'Azienda.

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Un testo duro che esordisce così: «Carissimo dottor Paolo Cannas, come ho scritto nella pagina ufficiale della Asl – si legge – scrivo anche qui nella sua pagina personale. Io sono la diretta interessata in quanto moglie del paziente oncologico in questione. Noi non stavamo cercando colpevoli e carnefici. Noi stiamo gridando contro un sistema sanitario che non funziona affatto. Abbiamo prodotto il documento che attesta ciò che ci è stato chiesto. Abbiamo nascosto i dati sensibili per riservatezza nostra e del medico curante che ha scritto tale frase.

Il testo così prosegue:  «Siamo stati minacciati di azioni legali. Ora, visto che ci siamo esposti per il bene di tutti e la nostra riservatezza è venuta meno, sappia che saremo noi ad intraprendere azioni legali per diffamazione. Allego il documento così non potrete più dire che è un falso».

Il riferimento è alla lettera che indica un attesa di sei mesi da cui è esploso il caso, e che inizialmente i vertici sanitari hanno definito probabilmente falsa, ma che è autentica. Una lettera che il dirigente medico ha redatto «in accordo col paziente» è stato spiegato.

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