«Se vedo un solo intervento da parte o della Todde o di un qualunque politico sardo, in difesa o giustificazione di questi elementi giuro che lo farò diventare un caso nazionale». 

Giri di parole, nessuno. Rabbia, tanta, nelle parole di Nenneddu Sanna di Orune, uno dei promotori del gruppo dei pastori senza bandiere, dopo che ha letto dell’attacco degli animalisti (Enrico Rizzi, in particolare) contro le modalità di svolgimento del carnevale di Ovodda, dove sono comparse pelli di pecora su un carro e un cammello per le strade. «Todde deve intervenire», è stato detto, «ne va del futuro delle prossime generazioni»: un appello alla presidente della Regione arrivato dopo la richiesta di dimissioni – ovviamente manco presa in considerazione – di questore e prefetto di Nuoro. 

Una presa di posizione argomentata, quella di Sanna: «Non ho visto uno solo, e dico uno solo», attacca, «provare compassione o cercare di salvare le innumerevoli pecore che ogni giorno venivano sotterrate (a causa della lingua blu, ndr). Non ho visto  Todde spendere una parola per l'enorme siccità che ha colpito i nostri allevamenti, dove ogni singolo animale è stato accudito e abbeverato, ogni singolo giorno. Perché, voglio ricordarlo, le pecore mangiano, bevono e fanno altro ogni giorno».

PARLA IL PADRONE DEL CAMMELLO

Video di Giorgio Ignazio Onano

«Provate indignazione per due pelli», prosegue l’allevatore rivolgendosi agli animalisti, «ma non provate indignazione quando un branco di lupi sbrana intere greggi, lì girate tutti la faccia. E girate la faccia quando alluvioni e  nevicate si abbattono sui nostri allevamenti, dove il pastore e non l'animalista rischia la vita per salvare le proprie bestie: non si tratta di salvare il valore economico si tratta di salvare quegli animali  dei quali solo noi conosciamo la vera natura».

Quindi prima di essere animalisti, per Nenneddu Sanna, «bisogna essere coerenti. Prima di offendere un intera isola, un intero paese e mettere alla gogna sindaci e quant'altro, certe situazioni bisogna viverle».

Caro Rizzi, prosegue l’allevatore parlando direttamente all’autore della denuncia, «ho letto che sei sotto la tutela dello Stato perché difendi la salute e il benessere degli animali: noi quello lo facciamo da millenni con rispetto sia dell'animale che dell'ambiente. Con una differenza: tu gridi da una scrivania al caldo in inverno e al fresco in estate collezionando like da persone nate e cresciute con la fiaba di cappuccetto rosso, noi senza ormai la tutela di nessuno e in silenzio, 365 giorni all'anno cerchiamo di salvaguardare e salvare anche l'impossibile». 

Enrico Fresu

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