“Cantieri comunitari”, un percorso per far ripartire Macomer e il Marghine
Due giorni intensi al centro ex Alas, con la presenza della RegionePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
I "Cantieri Comunitari", rappresentano l’inizio di un percorso per far ripartire Macomer e il Marghine verso uno sviluppo armonico e concreto. Dall'incontro, che si è svolto nella ex Alas, organizzato dal gruppo "Macomer 2030", sono scaturiti numeri importanti, con circa 250 persone che hanno risposto al questionario, oltre 120 cittadini per le due sessioni seminariali su programmazione europea e progettazione territoriale; 37 partecipanti ai tre tavoli di lavoro tra enti pubblici, imprese, cooperative ed associazioni.
«Un successo. Abbiamo discusso di lavoro e impresa, prima di tutto - dice Luca Pirisi, leader di Macomer2030, ideatore dell'iniziativa – insieme al Centro Regionale di Programmazione e all’Aspal, al Gal Marghine e all’Ufficio Plus, con l’apporto di Confesercenti e della cooperativa Progetto H e dell'Anci Sardegna. E’ stata condivisa l’esigenza di mettere insieme le informazioni sul mondo produttivo, così da orientare i fondi europei su progetto di investimento solidi, che permetterebbe di capire il fabbisogno di professionalità, facilitando l’incontro tra domanda e offerta di occupazione, sia in termini di servizi di reclutamento che di occasioni lavorative per le fasce più fragili».
Giudizio positivo anche quello dell'assessore regionale al bilancio, Giuseppe Meloni. Tante opportunità quindi, che sono state dettagliate nel corso dell'iniziativa dai numerosi ospiti ed esperti. Non solo lavoro, ma anche contrasto alla povertà e all'emarginazione, puntare sulle case di comunità e sui centri per la famiglia, sui progetti di vita per la non autosufficienza e sui programmi di invecchiamento attivo.
«Proprio da questi temi siamo partiti per approcciare le priorità per la terza età che a Macomer rappresenta un terzo della popolazione- evidenzia Azzurra Lochi, coordinatrice del tavolo di lavoro-Esempi pratici sono arrivati dai nostri ospiti come nel caso del Comune di Bologna e dell’esperienza delle mappe della fragilità».
Secondo Giulio Littera, psicologo, i giovani hanno bisogno di ascolto e dialogo, a partire dalle famiglie e scuole. Per il dirigente scolastico, Sergio Masia, dentro le scuole servono più mediatori e psicologi.