Continue aggressioni, carenza di organico e assenza di presidi di sicurezza.

Nel carcere di Badu ‘e Carros, teatro della clamorosa fuga del boss Marco Raduano, è emergenza sicurezza e gli agenti penitenziari protestano.

«Stamattina inizia un percorso di mobilitazione che in assenza di risposte continuerà a oltranza - annuncia Giovanni Villa della Fns Cisl davanti al carcere con i colleghi della Sappe, Sinappe, Osapp, Uspp, Fp Cgil e Uilpa - La situazione in istituto è andata progressivamente peggiorando: la carenza di organico è pari a 59 unità, il personale è costretto a turni interminabili e non può fruire del congedo ordinario arretrato. Le condizioni di sicurezza degli agenti sono estremamente precarie con episodi di aggressione frequenti e si trovano esposti a responsabilità alle quali non sono in grado di adempiere. Da parte dell'amministrazione penitenziaria registriamo distanza e indifferenza creando i presupposti per una escalation che potrà degenerare».

Ieri i sindacati si sono collegati in videoconferenza con il sottosegretario del ministero della Giustizia Francesco Paolo Sisto mentre oggi una delegazione di agenti penitenziari è stata ricevuta dal prefetto Giancarlo Dionisi.

«Io ho 175 giorni di ferie arretrate e ieri me le hanno bloccate - denuncia Giovanni Conteddu dell'Osapp - Viviamo una situazione di schiavitù nel lavoro e da quando è evaso Raduano non è cambiato niente: nessun posto di servizio è stato ripristinato, nessun presidio di sicurezza in più». «La situazione è drammatica, oltre alla carenza di organico siamo sguarniti sui controlli: questo carcere ha solo una garitta per più di un chilometro di muro di cinta ed è l'unico presidio armato dell'istituto - osserva Luciano Porcu della Cgil - Il presidio per il controllo delle telecamere che può osservare l'interno e l'esterno del carcere è ancora senza personale come nel giorno della fuga di Raduano».

«Fino a 15 anni fa – ricorda Franco Spina dell'Osapp - eravamo in 246 agenti, oggi siamo 100 in meno e quasi tutti ultracinquantenni, su 300 detenuti da controllare, di cui 265 dell'alta sicurezza e sei al 41 bis. La situazione è drammatica e stavolta non accetteremo i silenzi di amministrazione e ministero: siamo pronti a sciopereremo a oltranza». 

(Unioneonline/D)

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