Sono 12 le regioni italiane che registrano un tasso di mortalità in seguito agli incidenti stradali superiore alla media nazionale secondo gli ultimi dati dell'Istat.

Escludendo quelle di piccole dimensioni, che hanno valori più oscillanti nel tempo, tra il 2010 e il 2017 sono invece Friuli Venezia Giulia, Calabria, Sicilia e Lombardia a registrare una riduzione del numero di vittime tra il 39 e il 25%; Veneto, Lazio, Puglia, Sardegna e Piemonte tra il 25 e il 15%; Abruzzo, Toscana, Marche, Emilia Romagna, Campania tra il 15 e il 5%.

Valutando i dati dell'anno scorso, il numero di vittime per 100mila abitanti è più elevato della media, pari a 5,6 in Molise, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, con rispettivamente 8,7, 8,5 e 5,7.

Per l'istituto di statistica, gli incidenti diminuiscono, mentre sono i aumentano i morti (+2,9%), in particolare si tratta di pedoni e motociclisti.

Tra le prime cause ci sono le distrazioni al volante, per circa il 16 per cento dei casi, mentre per quanto riguarda i tragitti, nel 74,6% si tratta di strade urbane, percorsi extraurbani per il 20% e solo il 5,4% in autostrada.

Nel resto d'Europa, l'Italia si posiziona al 18esimo posto come numero di decessi.

Nel 2017 si sono verificati nel nostro Paese 174.933 incidenti stradali con lesioni a persone; le vittime sono state 3.378 e i feriti 246.750. I conducenti morti sono 2.319 (2.070 uomini e 249 donne), i passeggeri 459 (257 uomini e 202 donne) e i pedoni 600 (382 uomini e 218 donne).

Le violazioni al Codice della Strada più sanzionate risultano l'eccesso di velocità, il mancato utilizzo di dispositivi di sicurezza e l'uso del telefono cellulare alla guida.

(Unioneonline/s.s.)

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