Il vasto patrimonio librario dei padri scolopi si fa in due: i volumi più pregiati, autentici pezzi da museo, restano al consorzio Sa Corona Arrubia, quelli più moderni ritornano a casa, a Sanluri, da dove erano partiti nel 2005, quando furono venduti al consorzio. E come se non bastasse, negli accordi fra il Comune e Sa Corona Arrubia ci hanno messo una condizione: "Si tratta di un trasferimento temporaneo". Parole che hanno fatto storcere il naso a quanti speravano di riavere i 10 mila volumi sui cui si sono formati generazioni di alunni sardi.

«Smembrare la biblioteca - sostiene la presidentessa dell'Università del Terza Età, Vincenzangela Fenu - è un delitto culturale.

Lotterò perché l'intero patrimonio, nessun volume escluso, torni in città: sia perché il cuore pulsante delle attività culturali del Medio Campidano batte qui, sia perché ad ospitarlo è il polo culturale, intitolato ai padri scolopi, nato sulle ceneri della scuola, per mezzo secolo gestita dai sacerdoti».
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