La casa di riposo della Divina Provvidenza di Sanluri è chiusa. Accesso vietato a tutti, parenti compresi. Ma nei giorni scorsi le suore del Buon Pastore che gestiscono l'alloggio per anziani e malati hanno ricevuto la visita dei carabinieri della Compagnia di Sanluri. Il comandante, il capitano Aldo Meluccio, ha sequestrato numerosi documenti sanitari su incarico del sostituto aggiunto della Procura di Cagliari Paolo De Angelis.

Il sequestro

Atto dovuto: la magistratura sta acquisendo gli atti necessari per far chiarezza su quanto accaduto al tempo del coronavirus negli ospedali e negli ospizi dove si sono registrati decessi dovuti a contagio per il Covid-19. Per ora nessuna ipotesi concreta di reato (si ipotizzava comunque epidemia colposa) e nessun indagato.

Nella struttura residenziale protetta di Sanluri i numeri sono preoccupanti, al punto che il sindaco Alberto Urpi ha chiuso il centro dal 23 marzo: 9 morti dal cinque marzo a oggi, 20 positivi al test Covid-19 su 23 persone tra ospiti, una suora e i lavoratori del centro. Freddi numeri? Tutt'altro: vicende umane che stringe il cuore dover raccontare.

Nove morti

La prima morte sospetta risale al 5 marzo: Luigina Marras, di Serrenti, 89 anni, è stata amorevolmente curata sino alla fine da suor Maria Antonietta nella casa di riposo. La superiora, che non nega l'emergenza («ma questo virus non perdona neanche i giovani figuriamoci chi ha basse difese immunitarie») è convinta che la donna di Serrenti non abbia contratto il Covid-19: «È morta tra le mie braccia, non aveva né febbre né tosse, lamentava un forte dolore al petto, abbiamo chiamato i medici, non c'è stato niente da fare».

Altre tre ospiti della casa di riposo sono morte ma non sono state sottoposte a tamponi per il Covid-19, ma sono finite ugualmente nell'inchiesta della Procura: Onorina Piras (79 anni, di Nuraminis) era stata ricoverata nell'ospedale di San Gavino dove è morta il 12 marzo; Biagia Fa (88 anni, di Furtei) è deceduta il 15 marzo nella casa di riposo come Margherita Melas (88 anni, di Sanluri) scomparsa il 22 marzo.

Nessun ricovero neppure per Ortensia Tuveri, novantenne di Marrubiu, che è stata portata via dal coronavirus, come hanno accertato i test, il 26 marzo nella casa di riposo di Sanluri.

Il 5 aprile è morta, sempre nella casa della Divina Provvidenza, Giovanna Piras (86 anni, di Sanluri). Una settimana dopo Antonio Lampis (94 anni, di Serrenti), ugualmente nella struttura di via Carlo Felice a Sanluri. Il 14 aprile Giuseppa Dessì, 97 anni, di Arbus: anche per lei nessun ricovero in ospedale, si è spenta nella struttura dove viveva da anni.

La sofferenza

Carminetta Caddeo (92 anni, di Sanluri) è morta il 15 aprile all'ospedale Santissima Trinità di Cagliari, dove si trovata nel reparto Infettivi prima e poi in Rianimazione da trenta giorni: «Abbiamo chiesto il ricovero - spiega suor Maria Antonietta - ma forse è stata presa in carico troppo tardi: abbiamo seguito l'intero decorso della malattia, era lucida, forte, ma abbiamo visto che antibiotici e tachipirina non facevano nessun effetto contro questo virus. Nella battaglia quotidiana contro questo virus siamo davvero nelle mani del Signore e dei medici, ai quali non smetteremo mai di dire grazie per quel che stanno facendo in questi giorni: non ci resta che pregare».

L'inchiesta

Le indagini della Procura partono dal fatto che - a differenza di quanto accade per le Residenze sanitarie assistite - nelle case di riposo come quella di Sanluri la legge non prevede la figura di un medico responsabile: gli ospiti sono seguiti dagli specialisti di base di fiducia.

A questo punto i dubbi sono diversi, anche visto quel che è accaduto anche in altre parti dell'Isola e del resto d'Italia, non solo nelle case di cura ma anche negli ospedali. Sono state rispettate tutte le misure di sicurezza? Era possibile far scattare prima l'emergenza coronavirus a Sanluri? I tamponi e i ricoveri sono stati effettuati in ritardo?

Domande per adesso ancora senza una risposta. Di sicuro a Sanluri è stato il sindaco Alberto Urpi, sotto la spinta di denunce anonime, a chiudere la casa di cura e a chiedere i tamponi.

Resta il dolore: nove morti tra gli ospiti della casa di riposo di Sanluri in poco più di un mese, nello stesso periodo del 2019 furono tre.

Paolo Carta

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