Nel 2010 nella piazza Resistenza erano in corso i lavori che avrebbero dato vita ad uno dei parco giochi cittadini, e una bambina era caduta inciampando in un piccolo fosso nel cantiere, evidentemente non segnalato in modo inadeguato.

La ragazzina si era procurata una grave frattura ad un braccio, e i suoi genitori avevano intentato causa al Comune di Samassi. A distanza di oltre otto anni il Tribunale Ordinario di Cagliari, sezione distaccata di Sanluri, ha pronunciato una sentenza che vede l'Ente soccombere: condannato a pagare una cifra complessiva di 31mila euro ai genitori della ragazzina: V. P., oggi maggiorenne.

Il Consiglio comunale di Samassi, "per non incorrere in ulteriori aggravi di spesa", ha deliberato il pagamento del risarcimento alla parte lesa, ascrivendola alla voce "debiti fuori bilancio". L'incidente risale al 20 luglio del 2010: nella piazza Resistenza erano in corso dei lavori che, come ha sostenuto sempre l'accusa, non erano segnalati a dovere.

A seguito della caduta, per V. P. era cominciato il calvario del ricovero ospedaliero per l'interventi di ricostruzione dell'osso del braccio fratturato. I genitori, difesi dagli avvocati Massimiliano Podda e Giacomo Cau, avevano da subito puntato il dito contro l'Amministrazione comunale, per la segnalazione inadeguata del cantiere di piazza Resistenza.

La sentenza pronunciata dal Tribunale Ordinario di Cagliari, seconda sezione civile, arrivata a otto anni dai fatti, condanna così il Comune di Samassi al risarcimento "dei danni materiali e biologici, oltre al danno morale, interessi e vittoria di spese e onorari". In tutto 31mila 299 euro.

Ignazio Pillosu
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