In Sardegna gli ambulatori chiusi sono quasi 400 e quest'anno saranno 136 i medici che andranno in pensione. Decine di migliaia i pazienti senza assistenza dal Nuorese al Sulcis, dal Marghine al Sassarese, dalla Gallura all'Ogliastra, da Oristano a tutto il centro-sud.

"Purtroppo si sta continuando a perdere tempo – le parole di Umberto Nevisco, segretario della Fimmg, la Federazione dei medici di famiglia – Le Asl e la Regione devono sbrigarsi a individuare le sedi carenti e a dare gli incarichi. Adesso li stanno dando nei centri più grossi, i medici hanno già accettato, ma è un quadro fermo al 2020. Devono ancora essere individuate e assegnate tutte le sedi che si sono rese carenti nel 2021, più di 300; e occorre sbrigarsi a coprire il vuoto del 2022”. 

IL SIT-IN – Sit-in di protesta davanti all'ingresso del reparto di emergenza e urgenza del San Giuseppe di Isili dei sindaci di Escolca, Nuragus, Seulo, Sadali, Gergei, Villanova Tulo, alcuni consiglieri di minoranza del Comune di Isili e tutte le sigle sindacali, Nursind, Cisl Fp, Uil, Cgil Spi, più il cappellano dell'ospedale Don Antonio Demurtas e il parroco di Nuragus e Nurallao don Valerio Casula. 

Il Pronto soccorso dell'ospedale chiude ogni giorno alle 20  e riapre alle 8 dell’indomani mattina. In quel lasso di tempo è vietato stare male.

"Questa – ha detto il sindaco di Escolca e consigliere regionale di minoranza Eugenio Lai – vuole essere una risposta agli spot che in questo momento qualcuno sta lanciando sulle piattaforme social giocando sulla salute delle persone. Serve una programmazione che garantisca quanto previsto dal decreto ministeriale”. 

A ORISTANO – Al San Martino di Oristano non ci sono abbastanza medici per coprire i turni. La responsabile del reparto di emergenza e urgenza, nei giorni scorsi, è stata costretta a lavorare quasi venti ore di seguito: nessun collega poteva darle il cambio. Basta un imprevisto per far saltare i turni, con i disagi che si allargano a macchia d’olio in tutti i reparti. 

(Unioneonline)

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