Le associazioni del 118 alla Regione: «Sistema di emergenza-urgenza in crisi, rischio blocco»
Dalla chiusura di alcune postazioni, come Barisardo, alla mancanza di personale: «Vite a rischio, incrementare i fondi e ridurre le équipe a due persone, come nel resto d’Italia»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il sistema dell’emergenza-urgenza 118 in Sardegna sta vivendo una «profonda crisi» e rischia il «collasso».
È il grido d’allarme di Anas Sardegna, che rappresenta gran parte delle Odv e delle cooperative che operano h24 nel 118, garantendo più dell’80% degli interventi in emergenza. L’associazione ha scritto una lettera alla presidente Todde e all’assessorato alla Sanità, di cui la governatrice detiene l’interim, per denunciare una lunga serie di problemi che affliggono il sistema.
In primis la recente chiusura di postazioni operative (è il caso di Barisardo) per la mancanza di operatori sanitari: «Alcune comunità restano senza la copertura territoriale in situazioni di emergenza, e si mettono a rischio vite umane», si legge nella missiva.
A mettere in crisi il servizio sono le difficoltà nel reclutamento di personale sanitario e il «mancato riconoscimento economico adeguato». «Senza interventi immediati – avverte Anas Odv – rischiamo di trovarci di fronte a un blocco del sistema di emergenza-urgenza 118, posto che le organizzazioni convenzionate garantiscono oltre l'80% di tutti gli interventi in emergenza».
L’associazione chiede un raddoppio dei fondi nella finanziaria in discussione in Consiglio regionale: serve «un incremento del finanziamento regionale già previsto dalla legge 12 del 2025, portando così le misure compensative da 5 a 10 milioni di euro all’anno».
Fondi necessari «per allineare i costi degli investimenti previsti nel periodo di proroga della convenzione, in particolare per gli automezzi in scadenza e per assicurare adeguati riconoscimenti economici agli operatori e il pieno rispetto dei contratti di lavoro».
Altra richiesta della presidente dell’associazione Tiziana Spiga e della rappresentante per gli affari istituzionali Stefania Artizzu è quella di ridurre immediatamente la composizione delle équipe a due operatori adeguatamente formati: «Come già accadde negli anni del Covid e come avviene nel resto d'Italia, al fine di garantire una copertura minima essenziale evitando interruzioni del servizio».
(Unioneonline/L)
