Le conseguenze della Manovra fiscale approvata dal Governo e firmata ieri sera dal Capo dello Stato porterebbe, una volta applicata, per gli enti locali (dalle Regioni ai Comuni) tagli nelle strutture e ridimensionamenti anche nei trasferimenti. In particolare in Sardegna su otto Province ne verrebbero salvate cinque, oltre alle "vecchie" quattro anche quella di Olbia-Tempio che, pur non avendo i requisiti dei 300 mila abitanti, rientrerebbe per la superficie superiore ai tremila chilometri quadrati. Senza appello, invece, la cancellazione di Carbonia-Iglesias, Medio Campidano e Ogliastra. Ma se vi è chi propone addirittura che tutte le Province vengano abolite e, per realizzare maggiori risparmi e evitare guerre territoriali, vengano istituiti Unioni di Comuni a costo zero, come il vicesegretario regionale dell'Idv, Salvatore Lai, vi sono delle cautele e anche forti opposizioni sia da parte di esponenti del centrodestra che del centrosinistra, così come del sindacato che chiede un immediato confronto in Consiglio regionale.

STATUTO SPECIALE - La Sardegna ha il suo statuto speciale e deciderà in autonomia quali decisioni prendere ed il dibattito proseguirà nelle prossime settimane. Anche perché fra i tagli vi dovrebbero essere quelli legati a trasferimenti di denaro dalla Stato e quelli che interesseranno la struttura del Consiglio regionale che, per le Regioni con meno di due milioni di abitanti, dovrebbe esser costituito da 30 consiglieri. In fibrillazione vari esponenti politici, dell'Anci e delle parti sociali, per l'accorpamento dei Comuni (molti in Sardegna sono sotto i mille abitanti) e la falcidia di amministrazioni, solo il sindaco a reggere l'ente locale mentre saltano i Consigli comunali. Se da più parti è venuta l'apertura della possibilità, così come già avviene oggi, di accorpare alcuni servizi comunali (dalle biblioteche agli uffici tecnici) per intervenire sulla necessaria economia di gestione, si è avanzata la richiesta di non accelerare lo spopolamento dei centri dell'interno con unioni selvagge e scomparsa di vere identità abitative e culturali sarde.
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