Carla Puligheddu, Maria Teresa Petrini, Elisabetta Manca di Nissa, Irene Testa e Maria Grazia Olla si sono aggiudicate il premio “Ninetta Bartoli” assegnato dalla Fidapa per l’ottava volta a donne che si sono distinte in vari ambiti. Quest’anno il tema è stato “La forza delle fragilità”, un ossimoro che racconta nello stesso tempo una condizione e il suo contrasto.

«Chi migliora la vita delle persone fragili migliora la vita di tutti», ha detto Angela Quaquero, presidente dell’Ordine delle psicologhe e degli psicologi della Sardegna dopo aver ricordato che sono le donne e non gli uomini, nella gran parte dei casi, a rinunciare al lavoro per occuparsi dei figli, di genitori anziani, per curare persone disabili.

Ninetta Bartoli, a cui è intitolato il premio, è stata la prima sindaca d’Italia. Venne eletta a Borutta il 10 aprile del ‘46 quando alle donne, dopo quello attivo, era appena stato riconosciuto il diritto elettorale passivo. In 12 anni di amministrazione del suo Comune, Bartoli – ha ricordato l’attuale sindaco Silvano Arru – costruì le scuole elementari, l’asilo, il cimitero, la casa comunale, l’acquedotto e la fognatura, una coop per la produzione di latte e formaggi, una casa di riposo, una filiale cooperativa di credito agrario e fu fautrice di una serie di iniziative per dare specializzazione al lavoro femminile. La sua opera più importante fu la ricostruzione del complesso monastico di San Pietro di Sorres, una delle più belle chiese maniche della Sardegna. Per realizzare le opere, in alcuni casi non esitò a utilizzare il suo patrimonio personale.

Le donne premiate ieri sono figlie di quell’esempio, di quella risolutezza.

Puligheddu è la Garante regionale dei diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza, attività volontaristica nella quale mette a disposizione la sua lunga carriera di insegnante di Scienze motorie nel corso della quale è sempre stata sensibile alle persone più fragili; Petrini, geriatra e scrittrice, ex consigliera regionale, si è sempre occupata di pari opportunità con grande sensibilità; Manca di Nissa presiede l’Associazione Voci dell’anima che si occupa da sempre di supporto alle persone che soffrono di disturbi dell’alimentazione e della nutrizione e alle loro famiglie; Testa, giornalista, saggista, si occupa da oltre 20 anni di detenuti, di cui oggi è la Garante. Ha dedicato il suo premio ad Augusta Zuncheddu, sorella di Beniamino, assolto al processo di revisione dopo aver passato oltre 33 anni in carcere da innocente: «Per tutta la vita ha lavorato per dimostrare l’innocenza di suo fratello»; Olla è la fondatrice dell’associazione Fiocco bianco argento che supporta le persone anziane.

Un premio alla memoria è stato attribuito a Michela Murgia. Lo ha ritirato Andrea Abis, sindaco della sua città natale, Cabras. «Michela si è battuta per una fragilità di cui prima di lei si parlava poco: quella dei diritti», ha detto. Una menzione d’onore è andata a Massimo Diana, psichiatra ed ex responsabile del Serd.

Tra i tanti interventi, ha colpito quello dell’ispettrice della polizia di Stato Carmen Cadoni, che oggi nella questura di Cagliari si occupa di donne vittime di violenza domestica. «Nella mia carriera ho avuto a che fare con banditi e rapinatori ma quando si ha a che fare con donne si entra in una dimensione diversa». Mentre lo dice si commuove e quella commozione rivela empatia, ciò che serve per affrontare le fragilità di donne devastate.

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