Tempi infiniti, blocco dei cantieri e costi che lievitano come se fossero una mega torta.

Una strada, che all’inizio doveva costare quasi 2 milioni 430 mila euro a chilometro, a distanza di cinque anni e mezzo dalla consegna dei lavori alla ditta vincitrice - con uno stato di avanzamento ridicolo e dopo una vicenda sulla quale si potrebbe scrivere un romanzo tragico - è arrivata a costare quasi 4 milioni.

L’aumento è del 61%, e comunque è tutto fermo causa contenziosi. La Corte dei conti (che si aggiunge all’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Cagliari) ha scritto un libro nero sulla “131”, mentre l’annunciata apertura dei nuovi cantieri slitta ancora.

Dice il Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica che per realizzare un’infrastruttura che costa oltre 100 milioni di euro servono poco meno di quindici anni.

E dice anche che in Sardegna la durata media degli interventi - tra progettazione, affidamento e lavori - è di 4,6 anni. Non è vero niente.

Non se si considerano, ad esempio, la Carlo Felice, oppure la Sassari-Olbia o la “Sulcitana”, o ancora, per cambiare settore, la tratta ferroviaria Oristano-Sassari-Olbia, la diga di Monte Nieddu, o lo schema idrico del Flumineddu, che l’altro giorno è tornato agli onori della cronaca come prima incompiuta d’Italia: l’appalto risale ad aprile del 2009, a oggi lo stato di avanzamento è 0,0%, il costo 36 milioni 245mila euro.
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