Il suo canto libero è durato sei secondi e otto decimi. Un'eternità. Fabrizio Oghittu ha strapazzato i rivali nel primo torneo di rutti organizzato in Sardegna dalla società rugbistica 7Fradis, di Sinnai. Agli avversari concede l'onore delle armi: «Tutti bravi e simpatici. Ho avuto fortuna e l'aiuto di un buon carburante ».

La chioma vezzosa insinuata tra collo e spalle gli conferisce una disinvoltura under 30 a dispetto dei suoi quarantaquattro anni. Il campione ha moglie, due figli e un'azienda con una certa notorietà nella carpenteria metallica: «Nei tempi d'oro ho avuto ventidue dipendenti». Vive a Quartucciu, la sua impresa ha sede a Sinnai, lavora spesso a Villasimius, nel tempo libero fa il dirigente della società rugbistica: «Mio figlio gioca nelle giovanili».

Perché ha partecipato?

«Ruben Tremulo ha organizzato le Olimpiadi Scalze con i giochi che facevamo da ragazzini. Gare di ogni tipo: scorpacciate di mele, angurie, uova, birra, la corsa con uova e cucchiaio, pincaro, comanchero, braccio di ferro, flessioni, pira cotta e limbo. Tre giorni tra il goliardico e lo spassoso, mi sono lasciato andare».

Perché ha scelto quella competizione?

«Per invogliare gli altri».

Quanti eravate?

«Io, Paolo, Dario, Bruno... dodici in tutto, c'era anche un nonno».

Cancellate le quote rosa.

«Non è vero. Una ragazza ha partecipato, si è piazzata nel centro classifica».

Limitazioni?

«Era lecito qualunque tipo di anabolizzante ».

Cioè?

«Ho bevuto di getto mezzo litro di birra. Che ha fatto il suo dovere durante la competiscion ».
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