Una doccia fredda per la Sardegna. Questa è stata per l’Isola la nuova ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha spento i sogni dei sardi di passare dalla fascia arancione a quella gialla dopo una settimana, come è successo per la Valle d’Aosta che ha visto la trasformazione da rosso ad arancione dopo sette giorni.

Ma la Sardegna, anche se ha l’Rt più basso d’Italia, pari a 0.74, come la Calabria, e abbia nel complesso una situazione di rischio ritenuta “bassa”, con poco più di 60 casi ogni 100mila abitanti, ancora per una settimana deve tenere regole più restrittive compresi gli spostamenti vietati tra Comuni e bar e ristoranti che proseguono con il solo asporto.

Non hanno ottenuto gli effetti sperati i tentativi della Regione di convincere il ministro con un dossier al fine di anticipare la trasformazione in fascia gialla.

Il mancato allentamento delle restrizioni ha fatto infuriare la Regione. Secondo Christian Solinas è la dimostrazione di un sistema di classificazione “inadeguato”. Parla di una situazione “paradossale" il governatore e attacca Roma che “non premia i sacrifici dei sardi”.

L’assessore Nieddu ribadisce la necessità di rivedere i parametri di classificazione delle zone al più presto, perché “né la Sardegna, né l'intero Paese possono restare incatenati a un sistema che insegue il virus ed è quindi incapace di rispondere alle necessità di contenimento della pandemia”.

Prosegue intanto la campagna vaccinale, con oltre 13.300 iniezioni nelle ultime 24 ore. Restano abbondanti le scorte visto è stato somministrato l’81% delle dosi. Ma ora la parola d'ordine è correre visto che da lunedì 10, come ha annunciato il generale Figliuolo, si amplierà ancora la platea dei beneficiari con il via all'adesione per gli over 50. 

(Unioneonline/s.s.)

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