Il computer del governatore Christian Solinas è stato rubato il giorno prima che gli investigatori della Guardia di Finanza facessero scattare l’ordine di sequestro del telefonino e dei sistemi informatici in uso al presidente della Giunta regionale, al suo collaboratore Christian Stevelli, all’imprenditore Roberto Zedda e al direttore generale dell'Ufficio dell'autorità di gestione del programma operativo Eni Cbd, bacino del Mediterraneo, Roberto Raimondi.

Tutti e quattro sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’ipotesi di corruzione nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Giangiacomo Pilia. Stando a quanto si apprende, il presidente della Regione avrebbe riferito ai militari delle Fiamme Gialle che il proprio computer portatile non poteva essere consegnato perché sottratto dall’auto che si trovava in sosta sotto la sua abitazione.

La denuncia è poi stata formalizzata nei giorni successivi dai Carabinieri, ma Solinas – nell’immediatezza – avrebbe comunque provveduto ad informare la Digos dell’avvenuto furto. La Procura della Repubblica di Cagliari ha comunque chiesto l’acquisizione della querela.

«Nella notte tra mercoledì 15 e giovedì 16 il presidente Solinas ha subito l’effrazione dell’auto con furto di vari oggetti, tra i quali, dei dispositivi informatici – chiariscono gli avvocati del governatore, Salvatore Casula e Roberto Nati - Dovendo partire la stessa mattina in cui ha scoperto il furto, è stata tempestivamente informata la Digos che è subito intervenuta per i primi accertamenti. Il presidente si è riservato di presentare denuncia al proprio rientro a Cagliari, cosa che ha poi regolarmente fatto il lunedì successivo».

Sono due i filoni d'inchiesta nei quali il governatore Solinas è stato iscritto nel registro degli indagati. Il primo riguarda la vendita di una sua proprietà di Capoterra all’imprenditore Roberto Zedda, manager destinatario con le sue società di numerosi appalti pubblici e con enti controllati dalla Regione. Per la Procura l’immobile avrebbe avuto un valore di 60 mila euro ma sarebbe stato venduto a 550: un prezzo maggiorato che nasconderebbe una tangente. Nel secondo filone, invece, Solinas è indagato con Stevelli e con Raimondi. Secondo l’ipotesi del pm Pilia e dei finanzieri avrebbe nominato quest’ultimo alla direzione di un’importante Authority regionale in cambio di docenze universitarie a Roma e Tirana e in cambio di una laurea honoris causa nell’Ateneo albanese.

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