In Sardegna mare più caldo fino a 2 gradi: «Flora e fauna a rischio»
Il report di Greenpeace, che ha monitorato le aree di Tavolara, Asinara e Capo Carbonara. Conseguenze «preoccupanti» delle anomalie termiche già riscontrate su alghe e gorgonieIl Mediterraneo è in pericolo: mari più caldi, flora e fauna a rischio estinzione e pericolo elevato di eventi climatici estremi.
A lanciare l’allarme è Greenpeace Italia, nel rapporto “Mare caldo”, condotto dalle ricercatrici del Dipartimento di scienze della terra, dell'ambiente e della vita dell'Università di Genova, per monitorare gli impatti della crisi climatica sui mari italiani.
Fra le aree marine tenute sotto controllo nel Mar Tirreno tre sono in Sardegna: si tratta dell’Asinara, di Tavolara e di Capo Carbonara.
ASINARA – All’Asinara, si legge nel dossier dell’associazione ambientalista, «nell'estate 2022, nei mesi da luglio a settembre, a 5 metri è stato possibile evidenziare temperature del mare di 1-2°C in più rispetto all'estate precedente».
TAVOLARA – A Tavolara «si osserva l’alternanza di periodi particolarmente caldi a periodi più freddi dal mese di giugno al mese di agosto che potrebbero rappresentare anomalie termiche». Ma in questo caso servono più informazioni: «Solo tramite l’analisi dei dati futuri – spiega Greenpeace - sarà possibile determinare se questo sia il normale andamento stagionale o se queste possano essere considerate anomalie termiche».
CAPO CARBONARA – Nel mare di Capo Carbonara, invece, «ad agosto 2022 sono stati registrati valori di temperatura di 1,5°C in più rispetto all'anno precedente fino a 15 metri. Al di sotto di questa profondità i valori di temperatura nel 2022 sono invece risultati più bassi evidenziando anche in quest'area un netto termoclino probabilmente dovuto ad un surriscaldamento repentino delle acque superficiali come quanto osservato nell'AMP Portofino e all'Isola d'Elba». Qui, sottolinea il dossier di Greenpeace, «nei mesi tra giugno e settembre 2022, sono state registrate anomalie termiche fino a 2°C in più a 10-15 metri di profondità rispetto alle medie mensili degli anni precedenti».
ALLARME FLORA – L’area marina protetta di Capo Carbonara, inoltre, assieme all’Isola d’Elba, è l’area dove si sono osservati i maggiori impatti sulle gorgonie. A Capo Carbonara, in particolare, il 50% delle colonie di gorgonie rosse hanno mostrato segni di necrosi. Sempre a Capo Carbonara «i segni di sbancamento delle alghe corallinacee incrostanti hanno raggiunto rispettivamente percentuali preoccupanti del 65% e del 45%», dicono i ricercatori.
“CAMBIAMENTI DRAMMATICI” – «L’aumento delle temperature sta causando drammatici cambiamenti nella biodiversità marina, dalla scomparsa delle specie più sensibili caratteristiche del nostro mare all’invasione di altre, spesso aliene, che meglio si adattano a un mare sempre più caldo», spiega Monica Montefalcone, ricercatrice del Seascape Ecology Lab del DISTAV.
“ANOMALIE TERMICHE” – «Gli effetti della crisi climatica e delle anomalie termiche sono evidenti in tutte le aree di monitoraggio, indipendentemente dalla localizzazione geografica o dal livello di conservazione dei siti», commenta invece Alessandro Giannì, responsabile delle campagne di Greenpeace Italia. Che aggiunge: «Il nostro mare sta pagando un prezzo elevato: diventa sempre più povero ma anche sempre più pericoloso, perché il calore che si accumula in mare contribuisce ad alimentare fenomeni climatici sempre più estremi».