In Sardegna mancano 439 medici di famiglia, tante sono le "sedi vacanti" nell'ultimo bando (per il 2022) pubblicato nei giorni scorsi. E non tutti i posti verranno coperti, considerato che nel precedente avviso le domande arrivate alla Regione erano state all'incirca la metà degli incarichi disponibili.

«Oggi se vogliamo dare una risposta forte sul fronte dell'assistenza primaria è necessario cambiare le regole», sottolinea l'assessore alla Sanità Carlo Doria. «Decenni di mancata programmazione a livello nazionale hanno portato alla situazione attuale in cui, al netto dei pensionamenti, si registra un saldo negativo delle forze in campo. La Regione è intervenuta con risorse proprie per potenziare la capacità formativa delle scuole di specializzazione, ma per formare nuovi medici occorre tempo e, nell'immediato, servono soluzioni per rispondere alle emergenze».

L’assessore ha proposto la modifica del rapporto medico/pazienti con l’aumento dei massimali, ma non è stato raggiunto l’accordo con i sindacati: due su quattro non hanno firmato. La soluzione, spiega Doria, «avrebbe favorito le sedi periferiche in cui si fa fatica a trovare medici disposti a ricoprire incarichi».

Il segretario regionale della Fimmg Umberto Nevisco, che non ha sottoscritto l’intesa, plaude alla pubblicazione immediata del bando e spiega: «Se avessimo apportato le modifiche che voleva l'assessore, i tempi si sarebbero allungati. Noi sosteniamo che non si può cercare di distribuire i medici sul territori sulla base di calcoli matematici teorici. Bisogna vedere le situazioni locali, caso per caso, penso ad esempio a Carbonia, dove il sindaco si è lamentato del fatto che non ci siamo medici sufficienti: ora gliene spettano 11, ma essendo un ambito con oltre 16mila abitanti con i nuovi parametri il numero diminuirà».

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