Poco meno di un’aggressione ogni due giorni. Medici, infermieri, Oss: nessuno è indenne, anche se gli infermieri risultano essere la categoria più a rischio.  Sono stati 138 gli episodi di violenza commessi nel 2023 ai danni degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, mentre lavoravano, negli ospedali della Sardegna. A essere colpiti sono stati 199 lavoratori che indossano il camice: 139 donne e 60 maschi. Di questi, 124 sono infermieri, 38 gli Oss e 33 gli appartenenti alla dirigenza medica.

I numeri sulle situazioni di tensione nelle strutture sanitarie dell’Isola sono contenuti nell’informativa al Parlamento pubblicata questa mattina dall’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie (Onseps), organo che fa riferimento al ministero della Salute. 

Il dato nazionale è impressionante: in tutta Italia sono state segnalate 16 mila aggressioni e le più colpite sono le donne della sanità. Si parla di violenza verbale, ma anche fisica. «A segnalare i due terzi  delle aggressioni», è stato spiegato, «sono state professioniste donne (dato concorde con la struttura di genere del personale del sistema sanitario nazionale dove oltre il 65% degli operatori sono donne) e le fasce d’età più colpite sono quelle tra i 30-39 anni e tra i 50-59 anni». 

 Nell’Isola il settore assistenziale maggiormente coinvolto è il servizio psichiatrico diagnosi e cura (Spdc) con 56 episodi. La tipologia di aggressione più diffusa risulta quella di tipo verbale con 114 episodi, dove l'aggressore è stato  in 113 casi (su 138 totali), un utente o un paziente.

Enrico Fresu 

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