Ogni anno 16mila giornate di ricovero “inappropriate” in Sardegna, per una spesa da 11 milioni. Costi non indifferenti per lo stato in cui versa la sanità pubblica.

Il motivo? I ricoverati over 70 nell’Isola, non avendo familiari che possano assisterli in casa né una pensione che permetta loro di pagare le rette di una Rsa, e con una medicina territoriale che fatica a prenderli in carico una volta usciti dalle strutture, passano in media quattro giorni oltre il dovuto nei letti d’ospedale.

Gli ospedali e i Pronto soccorso, già in affanno per la carenza di posti letto, devono dunque supplire alle carenze del sistema di assistenza sociale e della medicina di base.

Il dato (in tutta Italia sono 2,1 milioni le giornate di degenza “inappropriate”) emerge da un'indagine di Fadoi, la società scientifica di medicina interna, condotta su 98 strutture ospedaliere sparse lungo tutta Italia.

Negli ospedali sardi nei reparti di medicina i ricoverati over 70 sono oltre la metà del totale. Quando il medico dispone le dimissioni del paziente, spiega Fadoi, quasi mai quella data corrisponde con le effettive dimissioni. Così gli anziani continuano a gravare sugli ospedali perché non hanno familiari o badanti in grado di assisterli ma anche perché non ci sono strutture intermedie nel territorio.

«Il problema - commenta il presidente di Fadoi Sardegna, Carlo Usai - è dettato dal fatto che c'è una mancata integrazione ospedale-territorio con scarso numero di posti letto in Rsa, scarso numero di posti letto di degenza a bassa intensità».

(Unioneonline/L)

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