Sono più di 20mila – anche se ancora la stima non è definitiva – gli ettari di territorio sardo distrutto dagli incendi che da quasi tre giorni stanno martoriando l’Isola, in particolare in Montiferru e l’Oristanese. Aziende che hanno perso tutto, persone costrette a lasciare le proprie abitazioni a rischio fiamme.

Il rogo divampato a Bonarcado il 23 luglio scorso non ha mai allentato la presa, ma si è spostato, sospinto dal vento di scirocco, per circa 50 chilometri con Protezione civile, Corpo forestale, Vigili del fuoco e volontari che combattono giorno e notte. In aiuto tutti gli elicotteri della flotta regionale e i Canadair di quella nazionale. E sono arrivati inoltre due Canadair dalla Francia e due dalla Grecia.

Sono però rimasti attivi tutto il giorno e saranno monitorati anche nelle prossime ore due fronti: il rogo a Santu Lussurgiu, inizialmente sotto controllo, ma che a causa del vento ha ripreso vigore, e quello a Suni. La situazione, con grande cautela, sembra sotto controllo ma proseguono i lanci di “bombe d’acqua” dal cielo e le attività a terra.

Il temuto vento di maestrale al momento non è entrato.

Intanto quasi tutti i 1.500 sfollati da Cuglieri, Santu Lussurgiu, Porto Alabe, Sennariolo e dagli altri centri lambiti dalle fiamme hanno fatto rientro a casa. Tanti di loro hanno iniziato la conta dei danni. "La comunità e il territorio hanno subito un'immensa tragedia, un disastro senza precedenti. Il fuoco - ha detto il sindaco di Cuglieri, Gianni Panichi - è arrivato nel nostro comune nel giro di poche ore ha attraversato il Montiferru e raggiunto le case del paese su più fronti. Dobbiamo rialzarci e andare avanti, abbiamo perso tutto ma non la caparbietà e la forza di volontà per reagire e ritornare alla bellezza e alla serenità. I danni sono immensi - ha ribadito - il Montiferru, la flora e la fauna sono perduti, la valle degli olivi, l'olivastro millenario non esistono più. Aziende intere distrutte, animali bruciati, molti hanno perso tutto". 

"Dopo una tragedia del genere il nostro obiettivo è quello di dare alle popolazioni martoriate risposte in tempi rapidi e un taglio netto della burocrazia – ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, al tg di Videolina -, per questo abbiamo dichiarato lo stato di emergenza e faremo arrivare nel più breve tempo possibile gli aiuti”.

Domani il tema sarà discusso in Consiglio regionale, con la Lega che insiste per avere un provvedimento legislativo. “La Regione è in prima linea per tutte le calamità – ribadisce il governatore - , non faremo mancare il sostegno, la partita è ampia, dobbiamo stanziare anche fondi che diano prospettive di sviluppo ai territori: dalla forestazione ad altri provvedimenti di carattere più generale”.

(Unioneonline/s.s.)

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