Nel lussuoso appartamento al secondo piano di via Milano 67, a Cagliari, l'insegnante originaria di Sassari, aveva nascosto oro, soldi o un documento importante che facevano gola a qualcuno che conosceva la disponibilità economica della donna. Probabilmente aveva messo gli occhi sui preziosi. Gli stessi che, a quanto sembra, giovedì la pensionata aveva depositato nella cassetta di sicurezza nella filiale del Banco di Sardegna come se avesse intuito un pericolo. Particolare che verrà chiarito oggi con la riapertura della banca.

FURIA OMICIDA Non trovando il piccolo tesoro - o il documento con il lascito - il rapinatore (ma non è escluso che gli assassini siano più d'uno) potrebbe aver perso il controllo colpendo la donna con un oggetto. Percosse che dovevano servire a convincerla a parlare. Visto il suo silenzio, l'avrebbe massacrata con trenta coltellate. Per questo la squadra mobile della questura di Cagliari, guidata da Oreste Barbella e Cosimo Bari, e il pm Rossana Allieri stanno indagando per omicidio a scopo di rapina.

I RILIEVI Anche ieri gli uomini della Scientifica hanno lavorato tutto il giorno nei 250 metri quadri, terrazze comprese dell'appartamento di via Milano. Una casa arredata con gusto: mobili antichi, reperti archeologici, libri rari. Un piccolo patrimonio culturale, anche questo di valore, che Antonietta Piredda aveva costruito negli anni insieme al marito Bruno Columbano, originario di Santadi, morto sette anni fa (era stato capo ufficio stampa al Consiglio regionale e vice presidente dell'Associazione stampa sarda). Gli agenti in tuta bianca hanno raccolto una miriade di impronte digitali e tracce. Ogni centimetro dell'abitazione è stato setacciato minuziosamente. Macchie di sangue sarebbero state ritrovate anche sullo spigolo di una credenza. Soltanto alcune stanze erano in disordine: la cucina, la camera da letto e lo studio. Per gli inquirenti non ci sarebbero dubbi: mani estranee hanno rovistato in mobili e cassetti in cerca di qualcosa che probabilmente non è stato mai trovato.

LE PISTE Da quando sabato pomeriggio Antonio Piredda, medico in pensione all'ospedale di Iglesias, ha ritrovato il cadavere della sorella, i poliziotti non hanno perso tempo. Prima sono stati sentiti i vicini di casa. Uno di loro, la portinaia che vive al piano terra, ha avvisato il fratello sabato mattina: durante le pulizie nel pianerottolo del secondo piano ha sentito un televisore acceso ad alto volume provenire dall'appartamento della pensionata. Era acceso dalla sera prima. Poi è stata interrogata la badante filippina: lavorava per Antonietta Piredda da un anno, ma qualche giorno fa sarebbe stata licenziata. Per questo non era in casa. Gli inquirenti seguono molteplici piste.

LA GENEROSITÀ L'ex maestra (oltre a Iglesias ha insegnato alle elementari di Uta e Cagliari) era una persona generosa. Spesso faceva cospicue elemosine a mendicanti e capitava che prestasse soldi con molta facilità. Denaro che non riceveva più indietro. Non è escluso che qualcuno possa aver approfittato della bontà della donna organizzando così la rapina che si è trasformata in omicidio. Resta ancora da chiarire il testamento modificato neanche un anno fa: un documento che potrebbe contenere altri particolari utili alle indagini del delitto di via Milano.

Matteo Vercelli
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