I carabinieri non hanno mai smesso di cercare Graziano Mesina, allestendo posti di blocco, svolgendo perquisizioni non solo a Orgosolo, ma in tutto il Nuorese e anche oltre i confini della provincia. Ed era proprio lì, a Desulo, che l’ex latitante si nascondeva, in casa di una coppia ora indagata per favoreggiamento.

Mesina, 79 anni, non ha opposto resistenza e si è fatto ammanettare. Ora è al carcere nuorese di Badu ‘e Carros. Era solo nell’appartamento, non era armato ed è stato trovato in possesso di 6mila euro. “Significativo questo aspetto perché era stata sospesa l’erogazione della pensione minima di 500 euro mensili”, hanno spiegato i militari nel corso della conferenza stampa effettuata nel comando provinciale di via Nuoro a Cagliari, quindi era pronto a spostarsi da quel posto. Non solo: era anche vestito e ha dato l’impressione di aver dormito indossando i suoi abiti. “Da esperto latitante sapeva bene come muoversi e non farsi facilmente catturare”.

Da quando si era reso irreperibile, nel luglio 2020, era stata creata una task force con varie competenze, comprendente uomini del Ros, dell’anticrimine di Nuoro, del comando provinciale e delle stazioni dei vari territori, con anche i militari dello squadrone di Abbasanta. Una scelta strategica che “si è rivelata vincente”.

LA PREPARAZIONE – La decisa accelerazione al corso delle indagini è arrivata da alcuni “elementi dissonanti che ci hanno permesso di circoscrivere l’area di intervento su cui si è concentrato un notevole sforzo da parte dei militari, con prolungati sevizi di osservazione”. Da sottolineare che Desulo è stata praticamente isolata nelle ultime settimane a causa delle nevicate e dei blackout dovuti al maltempo, e l’ex latitante era stato visto due giorni prima in paese, successivamente notato anche all’interno dell’abitazione.

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IL BLITZ – L’operazione è cominciata alle 2.30 e si è conclusa nella notte. “Nella prima fase di acquisizione e di intervento non c’è stata una finestra che si è aperta, non si è accesa una luce, ma è stata un’attività silente solo nella presa di contatto e poi decisa nella fase esecutiva. Nessuno dei vicini si è affacciato per capire cosa stesse succedendo. Questo dice tanto sul contesto”, è stato il commento dei carabinieri espresso nel corso dell’incontro con la stampa. Eppure “l’appartamento è inserito in un ampio contesto abitativo, esiste un cortile comune”. Il blitz si è concluso nella notte con anche l’arresto dei coniugi, che non sono parenti di Mesina, per i quali in giornata si terrà al tribunale di Oristano l’udienza di convalida. “Dai cittadini, in questi mesi, non c’è stata alcuna segnalazione neanche confidenziale”, hanno tenuto a sottolineare i carabinieri.

I DETTAGLI – La coppia, sui 50 anni, si occupava di tutto: dalle prime necessità per l’assistenza a Grazianeddu a tutto il resto. L’abitazione è un terratetto di paese, nel rione di Issiria, costruito non in maniera organica e non esistono piante catastali, ci sono stanze con piani collegati da scale molto ripide. Una costruzione di tre livelli (compresa una cantina), fatta per ospitare più nuclei familiari. Dopo l’irruzione – indiscrezioni parlano dell’uso di esplosivo per far saltare la porta d’ingresso – Mesina è stato sorpreso al primo piano, c’erano una stufa, delle coperte, le finestre erano chiuse, non aveva telefonini. I coniugi, pare una famiglia di pastori, erano al secondo. Quando è stato dichiarato in arresto non ha detto nulla, “ha fatto una smorfia di chi sapeva a cosa stesse andando incontro”, per il resto è rimasto in silenzio. 

IL GENERALE – I complimenti per l’operazione conclusa sono arrivati anche dal comandante generale dell’Arma, Teo Luzi, rivolti a tutti i componenti del ROS, del Comando Provinciale di Nuoro, del GIS e dello Squadrone Cacciatori di Sardegna. “L’arresto odierno – ha precisato il generale – è stato possibile solo grazie alla vostra capacità di lavorare in maniera sinergica, sfruttando a pieno le rispettive competenze. Con la vostra professionalità e il vostro esempio rendete me e tutti i Carabinieri che quotidianamente svolgono il proprio lavoro, con altrettanta serietà e passione, pieni di orgoglio. Bravi”. 

IL GOVERNO – “Mi congratulo con i carabinieri del Ros, del Gis, del comando provinciale dei carabinieri di Nuoro e lo squadrone eliportato Cacciatori di Sardegna per la brillante operazione notturna che ha messo fine alla latitanza di Graziano Mesina", è la nota emessa dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che ha aggiunto: "Il mio pensiero di gratitudine, unito a quello di tutti i cittadini, va anche ai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Giugliano in Campania che hanno arrestato sempre ieri sera Daniele Pinto". Il latitante campano, affiliato al clan Ciccarelli - Sautto di Caivano era ricercato dal 2012.

Complimenti alle forze dell’ordine anche da parte di altri esponenti del governo Draghi, come il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Esprimo la mia soddisfazione per l'arresto di Graziano Mesina, latitante dal 2020 e arrestato nella notte nel nuorese grazie all'operazione dei Carabinieri del Ros, in collaborazione con il personale del Gis, del Comando provinciale di Nuoro e dello squadrone eliportato dei Cacciatori di Sardegna". 

E il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese: "Complimenti agli investigatori dell'Arma dei Carabinieri che, la scorsa notte, hanno arrestato Graziano Mesina, inserito nell'elenco dei latitanti di massima pericolosità'". "Si è trattato - aggiunge la titolare del Viminale - di un'operazione lunga e articolata sul territorio che mostra ancora una volta la capacità, la professionalità e la dedizione delle nostre forze di polizia".

A ORGOSOLO – “L’arresto di Graziano Mesina è stato accolto con indifferenza dalla comunità, del resto anche quando chi veniva da fuori lo accoglieva come un eroe, il paese lo ha trattato come tutte le persone che tornano dal carcere", è il commento Pasquale Mereu, sindaco di Orgosolo, paese d’origine di Mesina. 

"L'ultima volta che era uscito dal penitenziario nuorese era cambiato, faceva la vita del pensionato e aveva perso quella baldanza giovanile. Spiace sempre quando si inizia una latitanza - ha aggiunto Mereu - anche perché il paese dopo anni di tranquillità era stato messo a ferro e fuoco dalle forze dell'ordine che lo cercavano e certamente alla gente tranquilla non faceva piacere".

La notizia della cattura si è diffusa rapidamente tra i compaesani. "Graziano l'ultima volta che è tornato in paese aveva buoni rapporti con tutti, era invecchiato e si era rasserenato non si comportava male. Purtroppo c'è stata la nuova latitanza e non sono state cose belle per il paese", dice Francesco Corraine, pensionato. “La sua è stata una vita disgraziata - fa eco Francesco Floris - e le colpe si pagano anche in anzianità".

(Unioneonline/s.s.) 

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