Gigi il Mito, ha cambiato la Sardegna per sempre
Da Leggiuno a Cagliari, l’impatto di Riva sull’Isola e i suoi giorniPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Leggiuno. Poco più di tremila abitanti, un monastero a strapiombo sul Lago Maggiore: il panorama da solo vale il viaggio, ma devi conoscerlo. Il sette novembre. L’estate è finita da un pezzo, il Natale è ancora troppo lontano. E poi l’Amsicora, il dodici aprile. È passato Gigi Riva.
Mascella pronunciata, sguardo alla Humphrey Bogart, quadricipite che dichiara guerra e piede mancino. Soprattutto. È così che Luigi, quando ancora era Luigi, ha iniziato a cambiare il tempo e lo spazio, il senso della Sardegna per i luoghi e per le date, elevando le Leggiuno e i sette novembre. Così è cambiato il modo di ragionare al passato, il modo di raccontare i ‘60 e i ‘70 e di raccontarsi. Come amici di Gigi, anzitutto. Solo Gigi.
Qualcuno, a Cagliari, si è solamente fermato per fargli attraversare la strada. Altri lo hanno incrociato in via Roma. Un sorriso per non disturbare, un cenno con il capo. Tanto è bastato, per dire di averlo conosciuto. E poi quel giorno di cinquantaquattro anni fa, quando il campo sembrava averlo invaso tutta l’Isola.
Legarsi a Riva, al suo ricordo, a quelle settimane sospese tra l’epica e la cronaca, per la Sardegna e i sardi ha significato legarsi alla storia. Ricordare Riva è stato sempre ricordare noi stessi, trattenere giorni altrimenti anonimi, conservare sguardi e abbracci. La gente di questa terra ha condensato il gol al Bari e il sorriso dei propri padri, la rovesciata al Vicenza e le prime volte, il Prater e gli infiniti rimorsi che vivere comporta.
Siamo la somma delle persone che incontriamo, si sa. Ma mai, come con Gigi, le vite dei sardi si sono avvolte attorno a un’unica figura, facendosi trascinare dai suoi eroici successi e le sue umane debolezze, viaggiando tra i suoi luoghi silenziosi e i suoi giorni chiassosi. Li hanno resi loro. Lui, in cambio, ha cambiato la Sardegna per sempre. Semplicemente passando.