Ampliamento del raggio d'azione delle regole urbanistiche per le costruzioni che si affacciano sul mare nel centro storico di Olbia. Dopo i limiti di altezza imposti per gli edifici del waterfront cittadino, nel lungomare Cossiga, piazza Crispi e via Genova, l'amministrazione comunale estende l'applicazione della misura anche al tratto di lungomare compreso tra via De Filippi, via Nanni e via dei Lidi, per tutelarne il pregio paesaggistico.

Due le fasce di altezza, stabilite nel 2022: undici metri e massimo tre piani per quelli vista mare e tredici metri, massimo quattro piani, per gli immobili retrostanti la prima fascia. Obiettivo, salvaguardare l'armonia dello skyline della città, nelle more dell'adozione di uno studio dettagliato delle aree del waterfront. Il provvedimento, approvato oggi durante il Consiglio comunale, è valido anche per le pratiche già in corso alle quali non sia stata ancora concessa la relativa autorizzazione. A presentarlo, l'assessore all'Urbanistica, Bastianino Monni: «Con una città in continuo sviluppo, abbiano ritenuto necessario estendere le condizioni a chiunque riqualifichi il patrimonio urbanistico vista mare: limitare le altezze in zone che consentirebbero una cubatura fino a 20 metri di altezza, per fare in modo che tutta la città si affacci sul mare, per evitare un effetto muro e per pianificare la città secondo una crescita armoniosa».

Insorge il gruppo Olbia democratica che avanza perplessità sull'estensione postuma a zone che, nel 2022, avrebbero dovuto avere lo stesso trattamento. Il consigliere dem, Gianluca Corda, dice: «Interventi spot a orologeria, slegati da una pianificazione complessiva della città, senza un'equità che alimentano sospetti in città circa una doppia velocità nella gestione e sulla confusione tra una buona amministrazione e la pratica delle ingiustizie». Per la capogruppo di Olbia democratica, Ivana Russu, «se il vincolo si estende dopo due anni, si crea una disparità di trattamento». Puntuale la replica di Monni: «Solo non approvando questa delibera, diamo spazio agli speculatori».

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