Il Ciclone Clopatra, nel novembre del 2013, ha devastato Olbia e la Gallura. E dopo ci si è messa la burocrazia a rendere ancora più dolorose le ferite dell'alluvione. Tempi e modalità dell'erogazione degli aiuti finanziari alle vittime hanno alimentato il malcontento e ingenerato la sensazione di percorsi poco trasparenti.

RITARDI E COMPLICAZIONI - In realtà, nella maggior parte dei casi, le regole e i criteri di assegnazione sono stati rispettati alla lettera, ma gli alluvionati hanno fatto sentire spesso la loro voce (attraverso i comitati spontanei) contro ritardi e complicazioni degli iter di erogazione dei contributi. E diversi sono stati gli esposti presentati alla magistratura.

PROTEZIONE CIVILE - Il percorso più tortuoso e lungo di assegnazione degli aiuti alle vittime dell'alluvione del 2013 è sicuramente stato quello del Dipartimento della Protezione Civile, ossia i fondi dello Stato, 19 milioni di euro per tutta la Sardegna, la maggior parte concentrati su Olbia e Gallura.

Subito dopo l'alluvione, alla fine del 2013, gli olbiesi vennero invitati a presentare le domande. Lo fecero mentre ancora si lavorava per pulire dal fango strade e case. Alla fine del 2016, tre anni dopo, arriva una nota della Regione che dispone quanto segue: i candidati al contributo devono presentare di nuova la domanda, con perizie tecniche allegate, che, dopo diversi passaggi sarà girata al Dipartimento di Protezione Civile. Tutto a posto? Dopo tre anni arrivano i soldi? No, perché alla malaburocrazia non c'è mai fine.

Una volta concluso l'iter, infatti, i destinatari del contributo scoprono che le banche convenzionate con la Regione, non hanno sportelli in Sardegna. Per risolvere il problema serve l'intervento del sindaco di Olbia e del presidente dell'Anci Sardegna.

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