Olbia, balneari sul piede di guerra contro il Pul della Giunta Nizzi
Il piano riduce gli spazi destinati agli ombrelloni a pagamento, gli operatori: «Sarà un salasso anche per i bagnanti»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Operatori balneari sul piede di guerra, stamattina a Olbia, in occasione della presentazione pubblica del Piano di utilizzo dei litorali. Approvato un anno fa in Consiglio comunale per avviare l'iter di adozione definitiva, il Pul, illustrato alla cittadinanza, prevede un riordino delle ventitré spiagge olbiesi e dei retrospiaggia, puntando a restituire il 70 per cento degli arenili superiori a 150 metri alla libera fruizione, con la conseguente riduzione degli spazi destinati agli ombrelloni a pagamento.
«Oggi, per molti balneari olbiesi è una giornata da dimenticare: oggi, si è cancellato il 60 per cento delle micro aziende a conduzione familiare presenti nel demanio di Olbia e oltre 450 lavoratori, tra bagnini, baristi, camerieri e assistenti in spiaggia non saranno ricollocati in quelle stesse piccole imprese per le quali hanno lavorato per anni», dice il segretario regionale dell'associazione italiana Imprenditori turistici balneari, Francesco Gambella.
Contestato per essere stato calato dall'alto, aggiunge Gambella, «le decisioni prese all'interno del Piano sono state maturate in totale solitudine, senza nessun ascolto nonostante i numerosi tentativi di dialogo». Secondo il sindacato, andare in spiaggia sarà un salasso anche per i bagnanti: «Gli spazi dedicati ai servizi acquisteranno un valore economico enorme, rendendo così il turismo balneare solo per ricchi, con entrate utili per le casse comunali ma non per i fruitori: gli attuali balneari, cancellati con un colpo di penna, in caso di pubblicazione dei bandi di gara rischiano di non poter partecipare perché, per come è disegnato il litorale, verrebbero esclusi a favore di veri e propri potentati economici», spiega il segretario di ITB.
Tra le critiche al Pul firmato dalla giunta Nizzi, la compromissione della sicurezza in spiaggia, attualmente garantita dagli assistenti degli stabilimenti privati, considerato che “i fondi destinati ad alcune postazioni di salvataggio sul territorio di Olbia non sono sufficienti a coprire i costi per un solo mese".
