«Adesso vorrei capire che cosa è successo, non ho visto nascere mia figlia perché ero ai domiciliari e sono stato accusato di un reato molto grave. Per il quale sono stato anche condannato. Poi sento il procuratore generale che chiede la mia assoluzione perché di fatto non c’è niente». 

L’imprenditore olbiese Manuel Spano ha commentato così, tramite il suo difensore, il penalista Antonello Desini, la sua assoluzione, decisa dalla Corte d’Appello di Roma.

Spano è stato scagionato dall'accusa di avere corrotto il giudice del Tribunale di Tempio, Vincenzo Cristiano, anche lui (difeso dall’avvocato Giovanni Azzena) assolto con la formula più ampia.

Ora però le difese sono intenzionate ad andare avanti per avere risposte chiare e definitive sul caso. Il giudice Vincenzo Cristiano e Manuel Spano vengono arrestati nel 2016, nel 2018 arriva la condanna di primo grado. Ma il 20 ottobre scorso il sostituto procuratore generale di Roma, Marcello Monteleone, chiede l'assoluzione di entrambi, definendo oscura la sentenza di primo grado.

E ora i protagonisti di questa storia, che investì come un ciclone il Tribunale di Tempio, chiedono chiarezza su quanto è accaduto.

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