Olbia, a undici anni dal Ciclone Cleopatra si lavora ancora al piano di messa in sicurezza
Il nuovo progetto, ora in attesa della Valutazione d’impatto ambientale, prevede due canali scolmatori pronti a spingere le acque in accesso fuori dall’area urbanizzataUndici anni dalla furia di Cleopatra che il 18 novembre è costata la vita a nove persone, dal 2013 Olbia fa i conti con la mancata attuazione di un piano per essere messa in sicurezza.
Dopo il passaggio del Ciclone Cleopatra, relativamente al pericolo idrogeologico, le varie disostruzioni, vedi la rampa del Rio Siligheddu, e la demolizione e ricostruzione di ponti, da quello di via Galvani a quello di via Petta, non sono che accorgimenti. Le opere per la mitigazione del rischio hanno dovuto attendere la redazione del Piano di assetto idrogeologico (e successive varianti) costato due anni, la bocciatura in Regione di un progetto (Mancini) troppo impattante dal punto di vista ambientale e la stesura di un nuovo piano, affidata alla Technital spa, partita nel 2022.
Il piano giace ora, in fase di istruttoria, tra le carte della commissione regionale per la Valutazione di impatto ambientale, in attesa dei riscontri alle osservazioni avanzate nella Conferenza di servizi, a luglio scorso.
«Stiamo lavorando alle indagini necessarie a rispondere alle osservazioni mosse da vari enti che riguardano tanti aspetti, dalla cantierizzazione e i suoi impatti, compreso l'uso di determinati mezzi di cantiere, fino alle indagini di campo integrative: contiamo di consegnare i riscontri entro la fine dell'anno», spiega l'ingegnere Simone Venturini, padre del progetto "Olbia e le sue acque” che metterebbe al sicuro il territorio comunale con due canali scolmatori che spingono le acque in eccesso fuori dalla città.
«In questi giorni, siamo alle prese con un'indagine vegetazionale che consiste nella conta di tutti gli arbusti che sarebbero da rimuovere lungo i tracciati dei nuovi canali scolmatori, e con un'indagine di caratterizzazione delle zone di destinazione dei materiali di escavo, precisamente nell'area retrostante la spiaggia di Pittulongu dove abbiamo previsto di riutilizzare il materiale di dragaggio degli scavi ripristinando il cordone dunale originario», ha aggiunto Venturini.
Consegnati tutti i rilievi, bisognerà aspettare il parere favorevole di compatibilità ambientale e il successivo passaggio in Giunta regionale per la sua approvazione che darà il via libera alla redazione del progetto esecutivo.
Difficile prevedere i tempi di messa a bando dei lavori che, una volta appaltati, dovrebbero restituire una città sicura entro due anni.