Anche Olbia entra nel piano di accoglienza dei richiedenti asilo e, come è successo nel resto della Gallura (Santa Teresa, Aglientu e Trinità), i protagonisti del primo intervento di solidarietà internazionale sono la Prefettura, una cooperativa specializzata (la Sdp servizi di Sassari) e la proprietà di una struttura ricettiva chiusa da tempo. Ovvero l'Hotel Savoia, immobile sottoposto ad amministrazione giudiziaria.

I richiedenti asilo, 37 persone di nazionalità eritrea, sono arrivati sabato sera nell'albergo a due passi dall'aeroporto.

L'immobile è stato completamente ristrutturato e arredato ex novo a spese della coop Sdp.

TAGLIATI FUORI - Il Comune di Olbia, come è avvenuto per gli altri centri di accoglienza della Gallura, è stato informato, ma non ha avuto alcun ruolo nella scelta dell'immobile e nel suo allestimento.

E non ha alcuna funzione nella gestione della struttura.

Il personale della Polizia locale ha effettuato un sopralluogo, verificando l'agibilità dell'edificio e l'idoneità per l'utilizzo che ne verrà fatto da qui in avanti.

Per il resto, come ha confermato l'assessore ai Servizi Sociali, Simonetta Lai, l'amministrazione comunale non sa quanti profughi arriveranno, se ne arriveranno altri nell'hotel Savoia e se siano state individuate strutture per l'attivazione di altri centri di accoglienza.

La giunta Nizzi avrebbe voluto più tempo, per predisporre i piani di inclusione sociale che sono in cantiere da mesi.

D'altra parte, anche se formalmente è il primo arrivo di profughi, le associazioni di volontariato a Olbia da tempo sono impegnate per aiutare centinaia di migranti che, fuggiti dai centri di accoglienza di tutta l'Isola, si fermano in città, dopo avere tentato inutilmente di prendere un aereo o una nave.

UNA STRUTTURA MODELLO - I profughi eritrei arrivati sabato a Olbia, fra i quali 23 donne (tre attendono un bambino) e una decina di minori, sono stati affidati ai 18 dipendenti della Sdp Servizi di Sassari (coop che gestisce altri centri nel Nord dell'Isola) e hanno subito trovato una sistemazione umana e dignitosa.

"L'hotel Savoia - spiega l'avvocato Gianni Spanedda, consulente legale della Sdp - è una struttura in perfetto ordine. I richiedenti asilo saranno assistiti anche da due medici e dai mediatori".

La Sdp, presieduta da Pier Paolo Cermelli, ha subito pensato ai più piccoli, per i quali sono state sistemate delle piscine gonfiabili, prese d'assalto dai bambini.

Un momento di serenità e di gioia, per persone che hanno visto morire parenti e amici, nel Sahara, in Libia e attraversando il Mediterraneo, in balia degli scafisti.

Andrea Busia

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