Un imprenditore olbiese di 53 anni è stato condannato a nove mesi di carcere e a risarcire 38mila euro per un presunta truffa ai danni di una coppia. L’uomo avrebbe prospettato alle vittime un affare di sicuro successo, un lavoro nuovo e incarichi dirigenziali dentro una società attiva nel settore nautico.

Le presunte vittime del raggiro sono due olbiesi, marito e moglie, che hanno confermato tutto in aula. 
Si parla di un cantiere nautico moderno, con una società bene organizzata alla quale viene affidato il compito di trovare i clienti. La coppia dà la sua disponibilità per sostenere l'investimento. Ai due viene spiegato che servono i soldi per le utenze elettrica e telefonica, le spese legali (consulenze commerciali e di diritto societario) e i costi di un capannone attrezzato.

Le vittime iniziano a versare i soldi e lasciano il  posto di lavoro per potersi dedicare alla nuova attività. Il cantiere, però, non è mai stato aperto e non vi è alcun progetto presentato. La giudice Marchesa Bechere ha concesso la sospensione condizionale. L’imprenditore era difeso dall’avvocato Giuseppe Corda, le vittime erano rappresentate dall’avvocata Eleonora Bianco. 

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