«Circa il 90% degli interventi di ricucitura della posidonia oceanica hanno avuto successo, le piantine hanno attecchito». A dichiararlo è il direttore del Parco Nazionale dell’arcipelago di La Maddalena, Giulio Plastina.

Il primo intervento aveva avuto luogo il 9 novembre di un anno fa da parte del personale del Parco e di ricercatori dell’Ispra guidati dalla ricercatrice, Marina Pulcini. «Ad aprile di quest’anno abbiamo svolto un’attività di monitoraggio e di implementazione delle cuciture stesse», prosegue il direttore Plastina, sottolineando con soddisfazione la buona riuscita dell’operazione. Gli interventi di ricucitura si erano svolti al porto Madonna, di fronte alle isole di Budelli, Santa Maria e Razzoli. Un’operazione questa resa necessaria in conseguenza dei danni provocati alle praterie di questa pianta così fondamentale per gli equilibri degli ecosistemi marini, strappata dai fondali dalle correnti marine, dalle mareggiate e soprattutto dalle arature conseguenti agli ancoraggi estivi. L’operazione di ricucitura consiste nel recupero delle stesse talee di posidonia oceanica che vengono “ripiantate”,“fissate”, attraverso stuoie, tessute con materiali naturali, opportunamente fermate con picchetti.

Non si tratta dunque di piantine provenienti da laboratori o da altre zone ma “autoctone”. Queste operazioni proseguiranno anche in altri fondali del Parco nazionale.

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