L’ultima segnalazione, allarmante, è arrivata ai magistrati di Tempio nelle settimane scorse e si riferisce a presunte richieste di “pizzo” indirizzate a commercianti di Olbia. Poi ci sono le intercettazioni, numerose e dal significato univoco, che confermano l’interesse di imprenditori campani contigui alla Camorra (monitorati dal Ros dei Carabinieri e da diverse Dda) per ristoranti e alberghi della Gallura costiera. L’elenco potrebbe andare avanti con le presunte attività schermate (a Olbia) della ‘ndrina Bonavota e del clan Albano di Scafati (Salerno). Olbia e la Gallura sono pesantemente esposte al rischio di infiltrazioni delle mafie. Lo ha detto nei giorni scorsi a Roma il procuratore generale Luigi Patronaggio, durante l’incontro convocato al ministero della Giustizia sul tema dell’istituzione del Tribunale di Olbia. Patronaggio stava argomentando la sua posizione sui futuri assetti della geografia giudiziaria gallurese, ma, in realtà, ha detto qualcosa che va ben oltre il tema della collocazione del Tribunale. Qualcosa che deve essere valutato e considerato con la massima attenzione, perché Patronaggio è un magistrato che ha visto Cosa Nostra in faccia e le sue parole non sono acqua fresca. Il procuratore generale ha parlato apertamente “di spostamento di interessi criminali verso Olbia” e di “centralità criminale” della città gallurese. Inoltre, Patronaggio ha fatto riferimento a “infiltrazioni” della criminalità organizzata.

Non solo cocaina

Patronaggio ha parlato di dati e informazioni in suo possesso che vanno oltre le numerose inchieste della Dda di Cagliari sulle organizzazioni che trafficano cocaina nel Nord Sardegna. Si tratta prevalemente di gruppi collegati a Camorra e ‘ndrangheta. Ma il tema è un altro. È evidente che a Olbia sono presenti (e in pianta stabile) soggetti che si occupano di attività remunerative (settore immobiliare) e di acquisizione di aziende in diversi settori, anche società in stato prefallimentare. Alcune Dda della Penisola hanno individuato operazioni finalizzate ad ampliare il raggio d’azione di esponenti di cosche calabresi nell’economia olbiese e gallurese. Altro fenomeno preoccupante è l’attività di familiari di detenuti passati dal carcere di alta sicurezza di Nuchis. Le parole di Patronaggio sono la conferma di una situazione che si sta evolvendo rapidamente, e non in meglio, favorita dalla crisi di molte imprese olbiesi e galluresi.

Andrea Busia

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