Il suo Mali, un pincher di 14 anni, non c’è più. Stretto dalle fauci di un cinghiale, ha perso la vita dopo qualche ora di agonia. «Non riesco a togliermi la scena dalla testa – dice la proprietaria, Anna Porcu – ora basta, qualcuno intervenga, non possiamo avere paura di uscire di casa». L’episodio, avvenuto qualche giorno fa nel quartiere Olbiamare, a sud di Olbia ( insieme a Poltu Quatu e zona Aeroporto tra le aree cittadine più interessate dall’invasione degli ungulati) è fra i più gravi tra quelli che, ormai da mesi, vengono segnalati. Aggressioni a persone ed animali domestici e inseguimenti sono all'ordine del giorno: l’ultimo, quello avvenuto sabato notte ai danni di un ragazzo che, per difendersi, ha scagliato sugli animali dei vasi di coccio trovato sul muro di un’abitazione.

Centinaia di cittadini chiedono che il fenomeno non venga più sottovalutato. La petizione, messa in campo a marzo, ha raggiunto le mille firme ed ora è attiva anche una chat e una pagina Facebook, “Emergenza cinghiali e rifiuti su Olbia”: le segnalazioni arrivano anche da altre parti della città, ad esempio Viale Aldo Moro alta. «Mi hanno ammazzato il cagnolino praticamente nell’androne di casa – dice Anna – un piccolo pincherino di tre chili e mezzo; gli avevo appena messo il guinzaglio per il consueto giro ma purtroppo il cinghiale non l’ho visto, nascosto dai muri che delimitano l’ingresso. Dato che il guinzaglio è un pò lungo, il cane, nel frattempo, aveva girato l’angolo ed è stato subito aggredito. Sono riuscita a liberarlo ma mi sono accorta che era molto grave e infatti è morto poco dopo essere arrivati in clinica veterinaria».

La proliferazione degli ungulati, sottolineano i residenti, è iniziata qualche anno fa anche in ragione delle numerose discariche abusive; i branchi si avventano sulla spazzatura e proseguono la caccia al cibo tra i mastelli e gli ecobox di raccolta, questi ultimi spesso ricolmi. «Qualcuno ancora ironizza e minimizza il fenomeno ma non è normale che noi abbiamo animali selvatici in città – dice ancora Anna – certo che se la gente non buttasse spazzatura per strada non saremmo arrivati a tanto. Io non voglio che qualcuno faccia del male ai cinghiali, anche se a me hanno dato un dolore grandissimo uccidendomi il cagnolino. Vorrei solo che li portassero nel loro habitat naturale». Il promotore della petizione rilancia. «Il cane della signora è stato ucciso sull’uscio di casa – dice l’avvocato Christian Cicoria– non nel boschetto della periferia».

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