Per “fermare la barbarie a Gaza”, la mobilitazione della Gallura parte dall'aeroporto Costa Smeralda che, nei giorni scorsi, ha accolto gli aerei provenienti da Tel Aviv, l’ultimo previsto per domani. Quattro ore di sciopero indetto dalla CGIL Gallura e un sit in davanti allo scalo di Olbia, oggi pomeriggio, per chiedere la sospensione di ogni accordo di cooperazione commerciale e militare con Israele finché non cesseranno la guerra a Gaza e l'occupazione della Cisgiordania.

Motivazioni al centro, anche, delle precedenti manifestazioni organizzate in occasione dell'arrivo di gruppi di israeliani in Gallura, contestati perché ritenuti soldati dell'Idf, costate fogli di via ad alcuni attivisti pro Pal e finiti alla Camera, oggi, in un’interpellanza urgente firmata dall'onorevole pentastellata Susanna Cherchi, per chiedere “se il ministro dell'Interno sia a conoscenza degli atti adottati della Questura di Sassari e se ritiene che ogni provvedimento sia adeguatamente motivato”.

Con la premessa che il contesto internazionale e le crescenti azioni antisemite impongono un rafforzamento dei controlli degli obiettivi sensibili, secondo il sottosegretario di Stato, Marcello Gemmato, “alla base dell'assunzione dei provvedimenti ci sono comportamenti contra legem” messi in atto dai manifestanti che avrebbero “intonato cori contro lo stato di Israele, insultato i turisti a bordo di un bus e occupato la strada per ostacolare il transito del mezzo”. E, precisamente, i reati di blocco stradale, violenza privata e inosservanza dei provvedimenti delle autorità.

Per Cherchi, invece, sono atti viziati da arbitrio e replica: “State creando un clima di terrore, il dissenso è diventato reato: perseguire i reati va bene ma non si può perseguire una legittima espressione di protesta”.

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