A distanza di quasi un anno dai fatti, il Tribunale di Cagliari ha chiuso il caso di Angelo Frigeri. Accogliendo la richiesta del pm, il gip ha archiviato le indagini aperte per istigazione al suicidio.

Angelo Frigeri si è tolto la vita in una cella del carcere di Uta, i primi di aprile 2023. L’uomo, 40 anni, stava scontando l’ergastolo per la strage della famiglia Azzena (Tempio, maggio 2014). Il gip ha archiviato l’inchiesta sull’ultimo atto della vita di Frigeri, per il giudice non ci sono elementi che possano far pensare a ipotesi diverse da quella del suicidio. 

Determinante è stato il ritrovamento di una lettera dell’uomo, i familiari ne hanno riconosciuto e confermato l’autenticità.

Frigeri ha scritto: «Ora basta, mi sono arreso. Non vado oltre. Non ho mai ucciso nessuno. Non sono io il colpevole di omicidio. E non posso dire che cosa è successo, devo proteggere la mia famiglia. Solo adesso sarò colpevole di un delitto. Spero che nessuno altro venga incolpato di questo». 

Frigeri era stato trasferito a Uta da Nuoro dopo l’evasione del boss Marco Raduano (di recente arrestato in Corsica).

Il legale della famiglia Frigeri, Giancarlo Frongia, ha dichiarato: «Di questa dolorosa vicenda posso soltanto dire che non ci sono dubbi sulla ricostruzione di quanto è avvenuto». 

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