Il crac finanziario di GoInSardinia da ieri è al vaglio dei giudici del Tribunale di Tempio. L’accusa di bancarotta è a carico dell’imprenditore teresino Giampaolo Scano, difeso dagli avvocati Tomaso Masu e Christian Cicoria.

La compagnia di navigazione privata sarda GoInSardinia, con sede a Santa Teresa Gallura, venne costituita per sfidare gli armatori storici e si rese protagonista della clamorosa disfatta dell’agosto 2014, con migliaia di passeggeri a terra, nei porti di Olbia e Livorno. L’amministratore unico, Giampaolo Scano,  è accusato di presunte anomalie che riguardano le scritture contabili e alcuni pagamenti effettuati (a società a lui riconducibili) utilizzando i fondi dell'azienda.

GoInSardinia è stata dichiarata fallita nel 2015 e la Procura di Tempio si è mossa dopo le segnalazioni arrivate dal Tribunale dalla curatela. La procedura fallimentare si è costituita parte civile con l’avvocato Stefano Oggiano. Secondo il pm, nel 2014, nonostante le pesantissime difficoltà finanziarie, la compagnia sarda decise comunque di noleggiare un traghetto dalla società greca, Anek Line.

Fatto indicato come una delle condotte della bancarotta. La vicenda di GoInSardinia è stata oggetto anche di una indagine per interruzione di pubblico servizio.

Decine di passeggeri si rivolsero a degli studi legali specializzati per una sorta di azione risarcitoria collettiva, ma l’operazione non ha avuto seguito. GoInSardinia, che aveva iniziato l’attività con un discreto successo, nel 2014 si trovò improvvisamente senza il traghetto El Venizelos, riportato in piena stagione estiva nel porto greco del Pireo dall’armatore.  

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