Smobilita anche l'ultimo presidio di protesta degli autotrasportatori sardi contro il caro carburante. Ieri a tarda notte i manifestanti hanno liberato anche il porto di Olbia, ultimo baluardo della mobilitazione che per una settimana ha bloccato i trasporti di merce da e per la Sardegna.

Una protesta che negli ultimi giorni ha messo in difficoltà l'intero sistema economico e produttivo dell'isola, con grosse perdite per gli agricoltori e prodotti freschi che iniziavano a scarseggiare nei banchi della piccola e grande distribuzione. E ad accrescere i timori e le difficoltà delle imprese il problema delle materie prime (grano, mais, ferro e plastica) che scarseggiano e del costo dell'energia schizzato alle stelle.

Dopo l'intervento taglia accise del Governo nazionale, la protesta era subito rientrata a Porto Torres, poi a Cagliari. Restavano, anche se praticamente dimezzati, degli irriducibili della protesta a Olbia. Ma ieri notte anche nello scalo gallurese ha vinto il buon senso.

Colpo di coda della protesta nel nord Sardegna è stato ieri sera un lungo corteo di mezzi, trattori, camion, auto private, partito da Chilivani, frazione di Ozieri, che ha radunato il malcontento generale di autotrasportatori, agricoltori, allevatori, imprenditori di tutti i settori produttivi. Tutti insieme, per denunciare ancora una volta le difficoltà del tessuto economico sardo, cui il rincaro di tutte le materie prime che si è creato in queste ultime settimane, rischia di dare il colpo di grazia. 

Nel frattempo i carabinieri indagano sull’inquietante episodio accaduto ad Assemini nella notte di venerdì, con un camion di una ditta che non aderiva alla protesta andato a fuoco.

(Unioneonline/v.l.)

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