"È incredibile come da vittima il mio cliente si sia trasformato in carnefice".

Questo l'amaro commento di Marco Salis, avvocato difensore dell'allevatore di Santa Teresa Gallura finito nel mirino degli animalisti per aver ucciso un cane - Giacomo - dopo averlo sorpreso nel suo terreno lo scorso gennaio.

La vicenda è stata protagonista anche di un servizio delle Iene e ha avuto ampia eco mediatica.

"Peccato, però, che sia sempre stata raccontata in maniera sbagliata e da un unico punto di vista", aggiunge Salis.

Ed è proprio il legale che ha contattato Unione Sarda.it per ricostruire l'accaduto e dare anche la versione del suo cliente.

LA RICOSTRUZIONE - "Quel mattino - spiega Salis - lui era fuori per alcune commissioni e nella casa c'era solo la sua compagna, che, tra l'altro, ha una grave disabilità. Proprio lei si è accorta che tre cani erano entrati nella proprietà e, spaventata, si è subito chiusa in casa".

I cani in questione sarebbero quelli della vicina, nonché padrona di Giacomo, prima accusatrice dell'allevatore.

"Da sottolineare - prosegue l'avvocato - che già in passato i cani della signora avevano sconfinato, attaccando e uccidendo i conigli e le galline del mio cliente. Tanto che lui stesso ha presentato due denunce sfociate poi in un processo in sede civile, ancora in corso".

Tornando a quel giorno di gennaio, la donna, dopo essersi asserragliata in casa, ha telefonato al compagno, che è subito rientrato in fretta e furia.

"Immaginatevi lo stato d'animo con cui si è precipitato lì", prosegue l'avvocato. "E, appena è arrivato, non solo ha trovato la compagna chiusa in casa, ma anche i tre cani che stavano puntando, come già in passato, la gabbia degli animali".

Tra i cani pronti all'attacco c'era appunto Giacomo, ormai vecchio e con dei problemi agli occhi.

"SI È DIFESO" - "Gli altri due però erano giovani e particolarmente aggressivi- continua il legale - tanto che uno si è scagliato contro il mio cliente e gli ha morso un braccio, mentre gli altri due 'facevano branco', come si dice, continuando a ringhiare. Quindi il malcapitato, a quel punto, ha cercato disperatamente di difendersi, afferrando un badile e iniziando a menare colpi alla cieca per cacciarli via".

Risultato: Giacomo è stato colpito e non si è più rialzato, gli altri due sono invece fuggiti.

"A quel punto il mio cliente ha chiamato il 112 e sul posto sono arrivati, su richiesta dei carabinieri, gli agenti della polizia locale, che hanno fatto un verbale dell'accaduto e raccolto la sua testimonianza. Inoltre, è stato accertato che il cane era sì morto, ma le ferite erano solamente due, non certo innumerevoli come è stato raccontato".

LE DENUNCE - Dopo aver deposto la carcassa fuori dalla sua proprietà, "su indicazione dei vigili", prosegue Salis, l'allevatore si è quindi recato da un medico che gli ha refertato la ferita dovuta al morso e poi dai carabinieri per sporgere denuncia per lesioni.

"La storia è stata però ricostruita in maniera totalmente diversa, omettendo quasi tutti i passaggi. Inoltre, sui social sono arrivati anche insulti e minacce di morte, per cui abbiamo presentato altre due denunce. E siamo a tre. Dall'altra parte, invece, al momento non mi risulta che siano state intraprese azioni ufficiali".

"È frustrante - chiosa l'avvocato Salis - che ora il mio cliente si trovi in questa posizione, costretto a difendersi da mille accuse e bersagliato di insulti, quando ha solo agito per difendere se stesso, la sua compagna e i suoi animali. Ovviamente spiace per quello che è accaduto al cane. Ma non è stato affatto un gesto gratuito né tanto meno un atto efferato di crudeltà. La speranza - conclude il legale - è che venga fatta presto totale chiarezza su un fatto increscioso che in moltissimi ormai conoscono, ma in maniera radicalmente opposta rispetto alla realtà dei fatti".

(Unioneonline)
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