"Spogliavano" di beni e denaro le cooperative e trasferivano i soldi all'estero: con le accuse di autoriciclaggio altre due persone, dopo l'operazione avvenuta alcuni mesi fa, sono state arrestate.

Nel mirino degli inquirenti di Lecco è finita anche la società "Golfo di Marinella", in Sardegna, alla quale sono stati sequestrati i beni.

Due bergamaschi sono finiti nei guai: si tratta di G.M. e M.B., accusati di bancarotta fraudolenta e reati fiscali di varia natura legati a due cooperative che il tribunale lecchese ha già dichiarato fallite.

Le due coop impiegavano 500 lavoratori: prima sono state "spogliate" e infine sottoposte a fallimento.

Nella vicenda, il ruolo chiave è quello ricoperto da M.S., consulente aziendale, e delle società a lui riconducibili.

La villa in Sardegna risulta intestata a una società che ha come amministratore un parente del consulente e per gli inquirenti l'acquisto sarebbe avvenuto attraverso il denaro arrivato da cooperative "spolpate", poi quei soldi venivano spostati in Svizzera e infine rientravano, nel caso specifico proprio per l'acquisto dell'immobile in Gallura.

Due milioni di euro è l'importo che gli inquirenti hanno recuperato nel corso del blitz avvenuto ieri: oltre alla società in Sardegna, sono stati sequestrati un appartamento a Dalmine, un Rolex, una Jaguar e una villa; bloccati poi altri 100mila euro e avviata una rogatoria all'estero per verificare quale fosse la disponibilità finanziaria delle persone indagate.

(Redazione Online/s.s.)
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