Medici senza colpe: per il gip di Tempio, Alessandro Cossu, le dottoresse del Pronto Soccorso di Olbia, Lucia Ventroni e Ilenia Pepe, non hanno alcuna responsabilità nel decesso dell’avvocato sassarese Cicino Manca.

Il giudice ha respinto un ricorso della famiglia della vittima e disposto l’archiviazione del fascicolo. Dopo una battaglia legale durata diversi anni, anche il gip arriva alle stesse conclusioni del pm Mauro Lavra e della Procura generale (che aveva tolto il fascicolo alla Procura di Tempio riaprendo il caso).

I fatti risalgono al 22 agosto del 2020, quando Manca venne portato nel Pronto Soccorso di Olbia da Portobello di Gallura e morì in ospedale a causa di una dissecazione aortica.

In sostanza, la patologia non fu diagnosticata tempestivamente e questa fu una delle cause del decesso. Ma negli atti si legge che i medici erano disarmati, per la «scarsità delle risorse umane e materiali concretamente disponibili in relazione al numero dei casi da trattare»

In piena emergenza pandemica e in un Pronto Soccorso con 23 codici gialli e 4 codici rossi contestuali, le specialiste non furono messe nelle condizioni di operare efficacemente. Inoltre il gip descrive una situazione disastrosa con l’assenza in Pronto Soccorso di un ecografo Eco-Fast e la condivisione di un solo ecografo tra lo stesso Pronto Soccorso e la Terapia Intensiva. 

Lucia Ventroni e Ilenia Pepe (difese da Rita Dedola, Gerolamo Orecchioni e Giuseppe Bardini) non erano dunque nelle condizioni materiali di operare correttamente con una diagnosi di dissecazione aortica.

I familiari dell’avvocato sassarese Cicino Manca (rappresentati dagli avvocati Sebastiano Tola e Nicola Satta) non hanno mai ritenuto fondata la questione del contesto operativo condizionato dai fattori emergenziali e dalla scarsità delle risorse

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