È stata una Missione empatica, non solo perché la testimonianza di fede portata dai missionari di Francesco d’Assisi sembra funzionare sempre, anche in questi nostri tempi o forse proprio, particolarmente difficili e complessi ma anche perché a farlo sono stati ben 30 francescani, frati, suore e laici, uomini e donne, quasi la metà giovani. Che non si sono limitati soltanto a messe, prediche e confessioni ma che nelle strade e nelle piazze di Palau hanno girato, col sorriso sulle labbra, anche cantando e ballando.

«Sono stati sei giorni molto intensi», afferma il parroco, don Paolo Pala; «i missionari e le missionarie sono stati coinvolgenti, hanno incontrato tutti, dai bambini ai ragazzi ai giovani alle famiglie agli anziani agli ammalati; situazioni familiari e persone difficoltà. Tante persone si sono accostate, anche dopo anni, al sacramento della riconciliazione. E poi, solo il fatto che fossero presenti in ogni angolo del paese ha entusiasmato le persone; missionari e missionarie con un bellissimo tratto umano ed empatici, riuscendo a dialogare con tutti, credenti e non credenti, praticati e non praticati, indifferenti, cercatori di “senso”. Tutti si sono sentiti coinvolti, abbracciati da questa fiumana di “grazia”».

Finita la missione, finito tutto? Che cosa ne rimane? Qualcosa è stato seminato; ad ogni modo, dice don Paolo, «i frati ci visiteranno di tanto in tanto».

 

 

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