Per la prima volta, la festa della Polizia Penitenziaria (206° anniversario della fondazione) è stata organizzata a Tempio. Nella Casa di Reclusione “Paolo Pittalis” si è svolta la cerimonia alla quale hanno partecipato i vertici regionali del Corpo, i rappresentanti delle forze dell'ordine e della magistratura.

C’era il provveditore regionale, Maurizio Veneziano, che ha fatto il punto della difficile situazione dei penitenziari sardi. Veneziano ha confermato di avere depositato la relazione finale sull’evasione di Marco Raduano, il boss della mafia garganica che alla fine di febbraio è uscito dal carcere di Badu ‘e Carros, calandosi da un muro di cinta con delle lenzuola annodate. 

«Posso solo dire - ha dichiarato Veneziano – che ho concluso la mia relazione amministrativa sui fatti». Stando a indiscrezioni, dalla informativa, indirizzata anche alla Dda di Cagliari, emergerebbero responsabilità interne.

Per il resto, Veneziano ha ribadito lo spirito di sacrificio e l’efficienza del personale della Polizia Penitenziaria, che in Sardegna opera in condizioni estremamente difficili. Si parla di una scopertura dell'organico degli agenti del 30 per cento e di di quello delle figure intermedie (ispettori e sovrintendenti) pari al 70 per cento.

Quattro direttori si occupano di dieci istituti. «Un episodio – ha detto Veneziano – non può cancellare il lavoro e i risultati della Polizia Penitenziaria e il sacrificio quotidiano del personale». Nel carcere di Tempio, per fare un esempio, la comandante Mariaelena Mariotti, dovrebbe avere in organico 40 tra ispettori e sovrintendenti, mentre in servizio sono solo due unità.

Luigi Arras, segretario del sigla sindacale Sinappe, ha detto: «Non si può parlare di carenze di organico, in Sardegna abbiamo un problema sull’intera catena di comando, talvolta inesistente». 

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