La tecnica è sempre la stessa: un'anziana riceve la telefonata di un finto carabiniere o commissario che le comunica il coinvolgimento del proprio figlio in un gravissimo incidente con la probabile morte dell'altra persona. Urgentissimo nominare un avvocato e servono subito soldi, e nel caso gioielli. La telefonata ha toni minacciosi e l'anziana è nel panico. Così quando si presenta a casa un complice per incassare, la vittima, disperata, consegna denaro e gioielli.

Così funzionavano i raggiri, divenuti secondo l'accusa vere e proprie estorsioni, messi in atto dai quattro giovani napoletani fermati nei giorni scorsi fra Cagliari e Oristano dalla Polizia. E ora gli investigatori della Squadra Mobile sono impegnati in un’inchiesta volta a capire se i quattro facciano parte di un'organizzazione criminale più ampia e siano responsabili di altri episodi perché le denunce raccolte dalle forze dell'ordine negli ultimi mesi sono numerose.

Alcune vittime si sono recate in questura per vedere se i gioielli recuperati nell'operazione fossero di loro proprietà. 

Ulteriori dettagli nell'articolo di Matteo Vercelli sul quotidiano in edicola e nell’edizione digitale

© Riproduzione riservata