Il Tar Sardegna nuovamente chiamato ad esprimersi sulle esercitazioni militari nei poligoni di Capo Teulada e Capo Frasca.

Il Grig ha depositato con l’avvocato Carlo Augusto Melis Costa un nuovo ricorso contro il decreto del ministero che ufficializza il ciclo di esercitazioni nei due poligoni nel primo semestre del 2024.

L’associazione ecologista ha chiesto in particolare la declaratoria di illegittimità delle esercitazioni in assenza di valutazione di incidenza ambientale (Vinca) e soprattutto la condanna di Regione Sardegna e ministero della Difesa ad effettuare la procedura di valutazione ambientale che è «tuttora assente».

Il Tar a novembre aveva respinto un analogo ricorso contro il ciclo di esercitazioni del secondo semestre 2023, non concedendo lo stop ma fissando l’udienza di merito il 7 febbraio. In attesa di quell’udienza, è arrivato il nuovo ricorso.

I giudici amministrativi nel rigettare la richiesta del Grig hanno ritenuto «predominante l'esigenza delle Forze armate di portare a compimento le esercitazioni in corso di svolgimento (programmate fino al 21 dicembre 2023)». E hanno ricordato che l’Ispra «pur evidenziando profili di criticità ambientali, non evidenzia, ad oggi, una situazione nella quale sia possibile individuare impatti sulle risorse naturali tali da integrare fattispecie di danno ambientale».

Gli ambientalisti ora tornano alla carica, ricordando che «la procedura di Vinca sulle attività militari non è mai stata svolta, fatto che non viene messo in discussione da alcuna parte». E che «le attività addestrative militari, come qualsiasi attività che possa arrecare danno ai siti protetti, devono essere assoggettate alla procedura di valutazione per minimizzarne gli impatti e introdurre misure di compensazione ambientale». Procedure, sottolinea il Grig, che in altri poligoni sono «regolarmente effettuate».

I due poligoni, evidenzia infatti l’associazione, interessano i siti d’importanza comunitaria “Isola Rossa e Capo Teulada”, “Promontorio, dune e zona umida di Porto Pino” e “Stagno di Corru S’Ittiri”, tutti appartenenti alla Rete Natura 2000, «che tutela le aree naturali rilevanti ai sensi delle normative comunitarie per la salvaguardia degli habitat e dell’avifauna selvatica».

«Il Grig – è la conclusione degli ambientalisti – nel torpido sonno delle istituzioni regionali che solo a parole affermano di voler tutelare ambiente e salute di cittadini e militari, ha agito e agisce per il rispetto della legalità ambientale e lo svolgimento di quegli interventi di bonifica ambientale che attendono da troppo tempo il dovuto completamento».

(Unioneonline/L)

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