Eolico offshore con pale alte 355 metri, il Ministero: «Procedura semplificata, no all’inchiesta pubblica»
Maxi progetto Mistral tra Capo Marrargiu e Capo Mannu, rigettata la richiesta del Comune di Alghero su una consultazione della popolazione. Il Mase: «C’è già la Via». Il Grig: «Motivi sconcertanti»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
L’eolico non aspetta. Anzi: bisogna decidere il più in fretta possibile. Quindi niente inchiesta pubblica sul progetto eolico offhore Mistral al largo della costa tra Capo Marrargiu e Capo Mannu, con 32 pale alte 355 metri: «È stata introdotta una serie di misure di semplificazione finalizzate a dare impulso alla transizione energetica che hanno disposto l’estrema riduzione dei termini procedimentali della Valutazione d’impatto ambientale». Per questo il Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha respinto l’istanza del Comune di Alghero con la quale si chiedeva l’attivazione di un confronto aperto – previsto dalla legge – sulla realizzazione del gigantesco parco flottante proposto dal colosso spagnolo Acciona.
La motivazione, secondo il Gruppo di intervento giuridico, «è sconcertante: secondo l’interpretazione ministeriale, “il disposto in materia di inchiesta pubblica contenuto nel codice dell’ambiente ha natura alternativa e facoltativa al procedimento di pubblicazione e presentazione, in forma scritta, di osservazioni”». Quindi: siccome è in corso una Via si punta su quella. E se qualcuno aveva da ridire avrebbe dovuto depositare il suo parere in quell’ambito.
Secondo il ministeri «è stata garantita la possibilità di avere la più ampia partecipazione: sono stati acquisiti 35 osservazioni e pareri da parte di numerosi cittadini, di associazioni (quali Gruppo d’Intervento Giuridico, Italia Nostra, LIPU, Medici per l'Ambiente - ISDE Sardegna), del Consorzio Industriale Provinciale Oristanese, della Regione Autonoma della Sardegna e dei Comune di Alghero, San Vero Milis, Bosa e Arborea».
Gli uffici romani riconoscono «che sussistono le condizioni per la richiesta dell’attivazione dell’inchiesta pubblica» ma, sostengono gli ecologisti, «ritiene di non accogliere la richiesta, perché bisogna fare in fretta (oggi i progetti più ingenti beneficiano anche di corsia preferenziale), perché gli Enti interessati sono già stati coinvolti e sono già arrivati 35 atti di intervento con “osservazioni” e pareri da amministrazioni pubbliche, associazioni ambientaliste, cittadini».
La norma, invece, non prevede che le due procedure (Via e inchiesta pubblica) siano alternative. E un progetto della portata del Mistral (che interessa circa 70 chilometri di costa), secondo il Grig «avrebbe dovuto portare alla massima partecipazione popolare per un progetto così impattante sull’ambiente e il contesto economico-sociale del territorio interessato».