Eolico, il nemico della viticoltura: «Pale a Sinnai? Così il settore non sopravviverà»
La coltivazione dell’uva fa già i conti con la siccità. Gli addetti ai lavori bocciano il progetto che prevede le torri nelle campagne«Quando si è cominciato a parlare del parco eolico ho detto al progettista di fermarsi».
Giuseppe Spanu, viticoltore quarantenne, sognava di far fare il salto di qualità alla sua azienda agricola di ventun ettari: il casolare davanti alla vigna sarebbe dovuto diventare la struttura destinata a un'attività di enoturismo.
«Ma, quando si è cominciato a parlare del parco eolico, mi sono dovuto fermare: quelle pale piazzate nell'unica zona agricola di Sinnai ci ammazzeranno, ci porteranno via il pane».
Una iattura per chi in questo lavoro ci crede.
«Ho investito oltre 200 mila euro per meccanizzare l'azienda». E ora quelle pale rischiano di distruggere tutto. Perché devastano il panorama. E perché, in un periodo nel quale si devono fare i conti con la siccità causata dal mutamento climatico, rischiano di far morire di sete i campi (e, forse, anche lo stesso paese).
Marcello Cocco
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